RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
NOTA:
I gruppi consiliari del Consiglio Comunale di Belpasso, Salvo Licandri Sindaco, Prima L’Italia, Forza Italia e Quadrifoglio in merito all’attuale situazione di fibrillazione che vive, ormai da mesi, la maggioranza di governo cittadina esprimono quanto segue. Questa perdurante e ormai cronica situazione di disagio dentro le file della maggioranza del sindaco Caputo che va avanti da oltre quattro mesi mette a serio rischio oltre che la tenuta del governo cittadino, invero assai instabile, lo stesso futuro amministrativo e politico della città. Da un lato assistiamo al One Man Show del sindaco che prova, fin che può, a celare le profonde divisioni che ci sono all’interno della sua squadra ricolmando il web con post, video, annunci mirabolanti volti a dare l’idea che l’amministrazione è compatta e che al Comune si lavora per il bene dei cittadini. Dall’altro lato, però, c’è la cruda realtà che si palesa ogni seduta di Consiglio Comunale dove la (fu) maggioranza Caputo non riesce più a fare quadrato su nessun atto, ivi comprese le mozioni di carattere generale come quella inerente la situazione internazionale su Gaza. Questa situazione, già grave di per sè, diventa topica con il video che nelle ultime ore il sindaco ha postato sui suoi canali social dove attacca in modo diretto il partito Fratelli di Italia che costituisce oltre la metà della sua maggioranza. Un attacco frontale, diretto a indicare come colpevoli di alto tradimento chi non esprime più fiducia nel suo mandato politico e amministrativo. Un attacco che vuole colpire e tacciare anche la minoranza, di complottare quotidianamente alla stabilità del governo cittadino. Come forze politiche che rappresentano quasi 6.000 belpassesi esprimiamo tutto il nostro disappunto rispetto all’attuale status quo in cui versa la maggioranza di Caputo e respingiamo con ogni mezzo le accuse rivolteci. I problemi di cui parla il Sindaco Caputo sono da ricercare nei fragili se non ormai logori rapporti all’interno della sua squadra di governo e non in un opposizione che ha avuto, per sua fortuna, il merito di non spostarsi mai di un solo millimetro rispetto al mandato popolare, lavorando sempre e solo al servizio della comunità belpassese e vedendosi spesso costretta ad un paradosso tutto caputiano in cui in cui l’ostruzionismo verso le proposte d’interesse collettivo partiva proprio dalla maggioranza. Su una cosa concordiamo con il video del sindaco: avanti di questo passo non si può andare. A differenza, però, di quanto dichiarato dal sindaco non ci uniamo alla caccia alle streghe nè ai vittimismi di maniera. Le regole della democrazia in questi casi parlano chiaro. Il sindaco non può e non deve denunciare pubblicamente i malcontenti interni alla sua maggioranza e poi provare in gran segreto a fare chiarezza. Il sindaco ha scelto la via pubblica per chiarezza nei confronti dei belpassesi. Bene con altrettanta chiarezza e in modo altrettanto pubblico si presenti dinnanzi l’assise civica, da dove latita da diverso tempo, ponga lui una questione di fiducia su qualsiasi atto che ritenga meritevole di sostegno per il prosieguo della sua attività amministrativa e constati se ha ancora i numeri per poter governare con solidità e serietà questa città. In caso contrario non si avventuri in improponbili chiamate di popolo che sono utili solo a confondere i belpassesi e a creare becere divisioni. Nel caso in cui la sua maggioranza non gli accorda più la fiducia costituzionalmente necessaria per poter governare in modo legittimato e dunque pieno, si dimetta e lasci che siano i belpassesi ad esprimersi. Questo logorio a cui lui sta sottoponendo la città non fa bene nè alla politica nè alla città stessa che merita un’amministrazione solida, legittimata da una salda maggioranza consiliare e un sindaco che sia guida di una coalizione che lo sostiene, non l’uomo solo al comando accompagnato da una sparuta pattuglia di consiglieri comunali che in Consiglio va sotto su ogni questione viene sottoposta. Belpasso, la sua storia, i suoi cittadini non meritano di continuare ad assistere ad uno spettacolo indegno e che produce incalcolabili danni politici, amministrativi e di immagine.






