NOTA- Riceviamo e pubblichiamo:
La povertà educativa oggi significa che l’ascensore sociale si è fermato.
Significa che gli studi, le opportunità che hanno avuto gli adulti di oggi, i nostri figli e i giovani del 2025 in molti casi non le hanno più.
Dico “in molti casi” perché si salvano solo quelli che hanno i soldi, in quanto tutto intorno a noi non c’è nulla per i nostri giovani: c’è soltanto il nullo oppure il tutto a pagamento.
Il nullo è perché mancano biblioteche, mancano teatri, mancano centri giovanili.
Ecco perché la povertà educativa è un fatto drammatico, che ci riguarda da vicino, tutti.
In un contesto in cui questo patrimonio di risorse umane — i nostri giovani — si sta progressivamente impoverendo, in cui tanti ragazzi smettono di sognare un futuro migliore e si rassegnano, nasce spontanea una domanda: cosa può fare un’amministrazione comunale per sostenere la scuola, che da sola non riesce più ad assolvere fino in fondo il compito della formazione? Anche la scuola, oggi, vive una difficoltà oggettiva. E proprio per questo abbiamo voluto parlarne insieme, in un incontro pubblico che si terrà venerdì 14 novembre alle ore 17 presso Life Cafè, all’ingresso di Bronte.
Ne discuteremo insieme a:
Mauro Mangano, dirigente scolastico, che con la sua scuola “Musco” a Librino è riuscito a costruire un esempio virtuoso di impegno educativo;
Miriam Sommarino, giovane studentessa universitaria in filosofia moderatrice dell’incontro;Gaetano Messina, docente del liceo scientifico “Ignazio Capizzi” e consigliere comunale, che rifletterà anche su come l’urbanistica possa contribuire a contrastare la povertà educativa;
Elena Sofia Serravalle, studentessa dell’istituto “Benedetto Radice”, già consigliera d’istituto e oggi eletta nella Consulta giovanile, sempre attiva sui temi della scuola;
Giuseppe Gullotta, genitore impegnato nel mondo della scuola, che da oltre un decennio, attraverso il comitato dei genitori e la partecipazione attiva come rappresentante di classe e d’istituto nei vari gradi della scuola dell’obbligo, ha maturato una conoscenza lucida, concreta e profonda di questi problemi;
Enrico Fisichella, responsabile dell’Associazione Inchiostro e del giornalino universitario “Inchiostro”, che conosce benissimo le dinamiche sociali legate a questo problema.
Sarà un’occasione per confrontarci, ascoltarci e provare insieme a immaginare una comunità che non si rassegna, ma che crede ancora nella formazione come atto di giustizia e di libertà.




