L’Associazione Nazionale Magistrati di Catania, esprime profonda preoccupazione verso il ddl approvato dal Cdm.
«La Giunta Esecutiva Sezionale della Associazione Nazionale Magistrati per il Distretto Corte di Appello di Catania, appresa notizia dell’approvazione del disegno di legge costituzionale recante “Norme in materia di Ordinamento Giurisdizionale e di Istituzione della Corte Disciplinare”, in seno al quale si sancisce la separazione delle “carriere” dei magistrati giudicanti e dei magistrati requirenti e si istituiscono, da un lato, due diversi corrispondenti Consigli Superiori della Magistratura composti da membri laici individuati attraverso un sistema misto (elezione e sorteggio), da componenti togati selezionati per sorteggio, e dall’altro, in luogo della competenza disciplinare del Csm, un’Alta Corte Disciplinare composta con un sistema misto per i componenti laici con possibilità di ricorrere avverso le relative decisioni solo dinanzi alla stessa alta Corte in diversa composizione, ESPRIME profonda preoccupazione verso un disegno che : · allontana il Pubblico Ministero, che ricordiamo essere parte pubblica, tenuto alla ricerca della verità e garante dei diritti soggettivi, dalla cultura della giurisdizione, con grave danno per i soggetti sottoposti alle indagini, gli utenti della giustizia e, più in generale, per la collettività; · indebolisce l’intero ordine giudiziario, come voluto dal Costituente, anche in relazione alle modalità, mediante sorteggio, di composizione degli organi di autogoverno della magistratura, determinando un grave vulnus all’indipendenza e all’autonomia della magistratura; · non affronta le vere questioni utili al miglioramento del servizio giustizia per i cittadini: i tempi di durata dei processi civili e penali rimarranno gli stessi, le attività giudiziarie non vengono rese efficienti né le procedure, ove utile e possibile, più snelle; ed anzi, determina un aggravio di spesa pubblica legato alla duplicazione di organi di autogoverno; SOLLECITA gli organi centrali della ANM a promuovere le più efficaci forme di mobilitazione per dare voce a tale diffusa preoccupazione dei magistrati e richiamare i cittadini sulle gravi ricadute della progettata riforma».
Il ddl approvato dal Cdm (sintesi)
Il 29 maggio 2024 il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge (ddl) costituzionale che riguarda l’ordinamento giurisdizionale e l’istituzione della Corte disciplinare. Questa riforma introduce alcune modifiche nel sistema giudiziario italiano. Ecco i punti essenziali: 1) Separazione delle carriere. La riforma prevede la separazione delle carriere dei magistrati. Questo significa che i magistrati che si occupano dell’accusa (i pm, o pubblici ministeri) e quelli che giudicano i casi (i giudici) avranno percorsi di carriera distinti. Questo, secondo il Governo, dovrebbe contribuire a garantire maggiore indipendenza e imparzialità nel processo giudiziario; 2) Doppio Consiglio Superiore della Magistratura (Csm). La riforma prevede anche la creazione di un doppio Csm. Attualmente, il Csm è un organo unico che supervisiona l’amministrazione della Giustizia. Con la riforma, ci saranno due sezioni separate all’interno del Csm: una per i magistrati che si occupano dell’accusa e un’altra per i giudici. 3) Alta Corte disciplinare: La riforma istituisce un’Alta Corte disciplinare per la magistratura ordinaria. Questo organo avrà il compito di valutare e sanzionare eventuali comportamenti scorretti o violazioni del codice etico da parte dei magistrati. È importante notare che questa riforma deve ancora essere discussa e approvata dal Parlamento.






