Le problematiche affrontate non hanno riguardato solo chi maltratta ed uccide gli animali, ma anche la risoluzione dell’emergenza randagismo, soprattutto al Sud
Ieri pomeriggio si è svolta a Roma, indetta dal Movimento Animalista, su iniziativa della presidente nazionale Michela Vittoria Brambilla, una manifestazione per chiedere pene più severe a carico di chi maltratta e uccide gli animali e per richiamare l’attenzione della pubblica opinione sull’emergenza randagismo, soprattutto al Sud Italia. A tal proposito non poteva mancare la partecipazione del Movimento Animalista della Sicilia. La responsabile regionale Veronica Musumeci, alla testa di un gruppo di militanti della Regione, ha sfilato lungo via dei Fori imperiali fino a piazza Madonna di Loreto, davanti alla colonna Traiana, dove circa duemila manifestanti hanno ascoltato l’intervento dell’ex ministro e degli altri oratori. «È stato motivo di grande orgoglio e grande emozione – ha spiegato Musumeci – poter partecipare alla prima manifestazione nazionale del Movimento, che ha per tema la violenza contro gli animali. Dobbiamo essere molto chiari: chi compie questi atti brutali contro i nostri amici animali deve andare in galera!».
Tante bandiere e striscioni del Movimento animalista e delle associazioni presenti, tanti slogan, tanta allegria nonostante la calura estiva. Davanti ad una piazza gremita e coloratissima, l’ex ministro è andata dritta al punto: «Gli aderenti al Movimento animalista, gli esponenti delle associazioni, i volontari che oggi sono scesi in piazza non si accontentano di scandire slogan, ma pongono una questione precisa: vogliono che l’attenzione agli animali e ai loro diritti entri nell’agenda di Governo e Parlamento e vi resti stabilmente, con una completa inversione di rotta rispetto alla sistematica politica di “distruzione” della protezione animale condotta dai governi Renzi e Renziloni. E quelli del Movimento Animalista non hanno più intenzione di delegare ad altri partiti la rappresentanza di questi temi, date l’incapacità e l’insensibilità dimostrate dalla politica. Per questo scendono in campo direttamente, per essere “le istituzioni”, per avere “gente propria” dentro i palazzi, a Roma come nei più piccoli Comuni italiani. Le priorità programmatiche del Movimento animalista – ha proseguito – colmano oggettivamente un vuoto storico nel nostro panorama politico, che sotto gli ultimi governi è diventato imbarazzante».
Tra gli obiettivi, la riforma costituzionale, perché l’esigenza di una maggior tutela degli animali sia recepita al più alto livello, riconoscendo gli amici a 4 zampe come esseri senzienti, l’inasprimento delle pene per chi li maltratta e li uccide, il divieto di sfruttarli a maggior ragione se questo avviene per divertimento o per alimentare l’industria del superfluo, la lotta al randagismo, il superamento dei divieti che limitano la libera circolazione con animali al seguito, l’introduzione di un sistema sanitario agevolato per pagare le cure veterinarie nelle famiglie meno abbienti.
«Non è certo la prima volta – ha affermato l’on. Brambilla – che risuona lo slogan “Giustizia per tutti”. Ma è la prima volta che in quel “tutti” sono compresi gli animali. Sì, perché rendere giustizia è difficile in generale, difficilissimo quando si tratta di renderla agli animali. Sarà la crisi, saranno i tempi particolarmente difficili che viviamo, saranno le tensioni in una società in vorticoso cambiamento; sta di fatto che la violenza sugli animali è ormai diventata un’epidemia, tanto più subdola e virulenta quanto più appare oggetto di una frequente e interessata minimizzazione. “C’è ben altro… con quello che succede nel mondo… “: lo conosciamo tutti a memoria questo ritornello. Invece nessuno sa precisamente quanti animali sono abbandonati alla fame e alla sete, uccisi con polpette ai chiodi, impiccati, ammazzati a bastonate, bruciati, trucidati, massacrati.
Storie di ordinaria follia. Così ordinaria che quasi ogni giorno abbiamo notizie del genere, ad ulteriore dimostrazione che i casi più eclatanti sono solo più eclatanti, non eccezionali. Perfino questo Parlamento, dominato da un partito anti-animalista, ha dovuto darsi una mossa – ha proseguito l’ex ministro – è di pochi giorni fa la notizia che la Commissione Giustizia della Camera ha avviato in sede referente, con abbinamenti, l’esame di 7 proposte di legge sulla tutela penale e civile degli animali a mia prima firma, alcune presentate già all’inizio della legislatura. Compresa la proposta che rivede in alcuni punti il codice penale e innalza le sanzioni per maltrattamento e uccisione di animali, quella che introduce l’aggravante per il furto di animali d’affezione, quella che tutela gli animali sequestrati. A queste sette proposte se n’è aggiunta, proprio l’altro ieri, un’ottava, che ho presentato per punire più duramente chi, dopo averli compiuti, divulga su internet atti di crudeltà contro gli animali e per consentire la rimozione di questi contenuti. Siamo quasi alla fine della legislatura, ma abbiamo ancora tempo, se c’è buona volontà da parte di tutti, per compiere un lavoro molto utile in un settore praticamente dimenticato.
oi ci penseremo noi del Movimento animalista, nella prossima legislatura. Poiché abbandono e possesso irresponsabile sono varianti del maltrattamento – ha concluso l’on. Brambilla – oggi parliamo anche di randagismo, noi del Movimento animalista siamo e saremo sempre in prima linea per richiamare le autorità al puntuale adempimento dei doveri loro imposti dalla legge: sappiamo bene che Comuni e Asl troppo spesso fanno finta di niente e che solo il meritorio lavoro delle associazioni impedisce che l’emergenza degeneri ulteriormente. La Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, di cui sono fondatrice e presidente, ha deciso di puntare sulla sterilizzazione, istituendo la Task force “Stop al randagismo”, un’iniziativa senza precedenti per cui stanziamo una somma molto importante e interveniamo direttamente sterilizzando i randagi delle regioni del sud, dove il problema è più acuto e dove l’inadempienza delle istituzioni si fa maggiormente sentire».