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Home » Catania » Appalti pilotati alla Pubbliservizi: 6 arresti fra cui l’ex presidente Adolfo Messina

Appalti pilotati alla Pubbliservizi: 6 arresti fra cui l’ex presidente Adolfo Messina

redazione Di redazione
3 Luglio 2017
in Catania, Cronaca
Tempo di lettura:4 mins read
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Appalti pilotati alla Pubbliservizi: 6 arresti fra cui l’ex presidente Adolfo Messina
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Sequestrati beni per oltre duecentomila euro, pari al profitto corruttivo

Adolfo Messina

Sei arresti (2 in carcere e 4 domiciliari) sono stati eseguiti nella notte in provincia di Catania dai Finanzieri del Comando Provinciale, a conclusione di un’indagine coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica etnea e in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale per corruzione continuata con il vincolo associativo. L’inchiesta riguarda presunti appalti pilotati gestiti dalla Pubbliservizi S.p.a. di Catania, società “in house” della Città Metropolitana di Catania, per fatti accaduti negli anni 2015 e 2016. Sequestrati beni per oltre duecentomila euro, pari al profitto corruttivo.
Destinatario della misura cautelativa in carcere l’ex Presidente della Publiservizi, Adolfo Messina (61 anni), paternese, attuale direttore editoriale di QTSicilia Magazine. Messina è stato nominato presidente della Pubbliservizi dall’attuale Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta un anno fa. Le dimissioni sono giunte a dicembre. Insieme a lui è finito in carcere Alfio Massimo Trombetta, 52 anni, consulente della società.

Arresti domiciliari per:
–       Raffaello Giovanni Pedi (43 anni) nella sua qualità di responsabile di una delle 4 posizioni organizzative (manuntenzione edilizia) in cui si articola la struttura ordinativa della società nonché quale partecipe ad alcune commissioni di gare d’appalto rivelatesi “pilotate”;
–       Rosario Simone Graziano Reitano (36 anni) e Santo Nicotra (44 anni) imprenditori e amministrari di fatto della ditta individuale “Renergy di Reitano Rosario” esercente l’attività di “lavori di installazione di impianti elettrici” e avente sede in San Giovanni La Punta e della società “Light and Power SRLS” esercente l’attività di “commercio all’ingrosso di materiale elettrico” e avente sede a San Giovanni La Punta;
–       Alfio Giuffrida (59 anni) amministratore di fatto della società “MA.GI. SRL” esercente l’attività di “costruzioni di edifici” e con sede a Trecastagni.
Tra gli indagati anche Salvatore Branchina (58 anni) nella sua qualità di responsabile unico dei procedimenti (RUP) della Pubbliservizi SPA il quale comunque non è stato raggiunto da alcuna misura restrittiva in quanto ha offerto agli investigatori un rilevante contributo per l’utile prosecuzione delle indagini. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro e dal pm che ha condotto l’inchiesta, Fabio Regolo.

Pubbliservizi S.p.a. è una società di servizi integrati nata nel 2006 per iniziativa dell’ex Provincia Regionale di Catania, oggi Città Metropolitana di Catania, con l’obiettivo di fornire, secondo criteri di managerialità imprenditoriale, le soluzioni tecniche più efficienti per la gestione di immobili, aree urbane ed uffici dell’unico cliente/proprietario che è la Città Metropolitana. Esemplificativamente, in ragione del vincolo contrattuale in essere tra la Pubbliservizi e la Città Metropolitana per il periodo 2014-2016, la società in house, per l’importo complessivo di oltre 15 milioni di euro all’anno, è tenuta a prestare prevalentemente servizi di manutenzione stradale, opere edili ed impiantistica soprattutto a favore delle scuole catanesi nonché di pulizia e igiene ambientale. Trattandosi di società partecipata, al 99,5% dalla Città Metropolitana di Catania (il restante 0,5% dall’Istituto Musicale Bellini di Catania), la stessa è sottoposta agli stessi controlli che vengono esercitati dell’ex Ente provinciale nei confronti dei propri uffici interni.

L’investigazione, svoltasi tra i mesi di settembre e dicembre dell’anno scorso, fondatasi su accertamenti bancari, perquisizioni, analisi documentali e intercettazioni telefoniche nonché dichiarazioni di dipendenti della Pubbliservizi ed imprenditori affidatari di lavori, ha messo in un luce un collaudato sistema corruttivo orchestrato dall’ex presidente della Pubbliservizi Messina e dal suo stretto collaboratore Trombetta che, avvalendosi del contributo determinante di Pedi, indirizzavano l’affidatamento di lavori e servizi a imprese terze corrotte traendone svariate utilità. Per Messina e Trombetta, oltre a registrare ingiustificati versamenti sui propri conti correnti o quelli di stretti congiunti per oltre 200.000 euro, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Catania accertavano la corresponsione da parte degli imprenditori corrotti di altri benefici quali la consegna gratuita di una BMW X3, il pagamento di pranzi e cene nonché di vestiti firmati, il contributo di oltre 10.000 euro per l’acquisto di un Rolex e il sostenimento dei costi per feste private.  Per il dipendente della Pubbliservizi, Raffaello Giovanni Pedi, pienamente consapevole del disegno criminoso in essere, il beneficio essenziale è consistito nel mantenere intatto il proprio inquadramento contrattuale in un contesto lavorativo caratterizzato da ingiustificati demansionamenti o spostamenti d’incarico operati dal presidente Adolfo Messina, dal suo insediamento, per attorniarsi di una ristretta cerchia di persone fidate.

A fronte delle citate elargizioni, gli imprenditori corrotti sono stati affidatari di lavori nel settore della manutenzione edilizia e degli arredi per oltre 800 mila euro e hanno beneficiato anche di pagamenti “preferenziali” ossia più celeri rispetto agli altri fornitori della stessa Pubbliservizi. L’aggiudicazione di molteplici appalti è avvenuta in violazione della normativa di evidenza pubblica rappresentata dal Codice degli Appalti attraverso:
–       l’affidatamento diretto di lavori artatamente “sotto soglia”, successivamente “gonfiati” da varianti in corso d’opera,  non sempre realizzate, e dal frazionamento dell’importo dei lavori finalizzato ad eludere le norme che vincolano, per i lavori superiori una certa entità (€ 40.000), la scelta del contraente mediante il c.d. “cottimo fiduciario” (consultazione sul mercato di almento 5 operatori idonei a svolgere il lavoro o prestare il servizio);
–       procedure negoziate “pilotate” caratterizzate anche dalla partecipazione della sola società aggiudicatrice ovvero interpellando società svolgenti, per statuto, attività differenti da quelle in corso di assegnazione.
In altri casi è stata registrata anche l’esternalizzazione di servizi a favore delle imprese corrotte pur avendo la partecipata pubblica le risorse umane e tecniche per la loro prestazione.
Unitamente alle misure restrittive personali, il GIP ha disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, nei confronti dei promotori l’associazione a delinquere, Messina e Trombetta del profitto corruttivo confiscabile pari complessivamente a oltre 200 mila euro.

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Tags: adolfo messinaappaltiarrestiCataniacorruzioneGuardia di Finanzain evidenzapilotatipubbliservizi
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