Auguri di Buon Anno da tutto lo staff de “il Fatto Siciliano”.
Il 2023 si è concluso con guerre, alcune note e altre meno, nonché, di tutta evidenza, crescenti e varie tensioni nel mondo, come anche parallelamente in diversi Stati con una corsa agli armamenti. A ciò si aggiunga quella che viene definita crisi climatica, ma che storicamente appare inevitabile, stante che è anche l’attuale manifestazione di millenarie ciclicità naturali, alternate tra mini ere fredde e calde, come questa calda in corso, nella quale siamo entrati da circa un secolo e mezzo, certo, anche ulteriormente alimentata dalle odierne attività antropiche di oltre 8 miliardi di esseri umani, numero mai presente in così tale quantità sulla Terra. Personalmente non mi convince come la si sta affrontando. Mi sembra infatti pressoché poco considerata la possibilità che i fiumi e il mare torneranno a riprendersi le parti di territorio che bagnavano oltre 800 anni addietro, durante l’ultima mini era calda (850 d. C – 1300) precedente a questa attuale, prima del sopraggiungere della nuova mini era fredda dell’epoca (1300 – 1850), durante la quale nel frattempo i territori sono stati oltremodo occupati da insediamenti abitativi e viari umani. Come anche, temo che a livello internazionale si veli che l’aumento delle temperature potrebbe rendere invivibili, per il caldo torrido e l’avanzare dei deserti, molte parti del mondo, anche e soprattutto per mancanza d’acqua e pure cibo, sicché per sopravvivere rimarrà solo dovere emigrare in massa. Nelle nostre aree occidentali, forse, si dovrebbe gradualmente anche favorire uno spostamento delle popolazioni dalle aree a rischio, alluvionali o di certe zone costiere, poiché ci sono cicli della Natura che l’uomo non sembra possa ancora arginare.
Auguri di Buon Anno da tutto lo staff de “il Fatto Siciliano”
Per quanto attiene la nostra Nazione, siamo riusciti anche quest’anno a galleggiare, seppure abbiamo sopra la testa un gigantesco macigno chiamato “debito pubblico” prossimo ai 3 mila miliardi (in atto circa 44-45 mila euro di debito a cittadino, compresi i neonati) e del quale mi pare ci sia scarsa coscienza. Il Censis recentemente ci ha definito un popolo di “sonnambuli” e, come anche detto in un noto quotidiano nazionale di economia, noi cittadini “non sappiamo dove camminiamo”. Avrei tuttavia aggiunto in entrambi i casi, che se noi cittadini siamo dei sonnambuli e miopi, la responsabilità primaria è di uno Stato con annessi e connessi, il quale da decenni ci forma e cresce come se fossimo e vivessimo nel passato, probabilmente così per pascolarci meglio. Eppure dal 20° secolo in poi, e tanto più in questo 21°, molte cose non sono più come il rispettabilissimo buio cognitivo dei secoli precedenti, ma di contro, non avere cognizione e consapevolezza dell’inizio dell’attuale luce, scientifica, civile, tecnologica, è come essere un analfabeta che può unicamente guardare un libro ma non sa cosa c’è scritto e pertanto finendo con il solo cicalare.
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Questo 2023 ci ha anche mostrato, per la prima volta dopo 77 anni di Repubblica, un Governo nazionale con a capo una Premier (per la cronaca si è insediata il 22 ottobre del 2022). Lo ritengo indicativo di un iniziale, forse, si spera, cambiamento culturale in questa Nazione. Certo, Premier lo è ancora da poco più di un anno e per questo, come per chiunque e senza differenze di genere, si deve ragionevolmente attendere qualche anno ancora per avere un’opinione più concreta e vedere, si spera, eventuali cambiamenti in questo Stato impagliato da decenni. Rimanendo in argomento di genere, non si può, purtroppo, non richiamare anche i tanti femminicidi di quest’anno. Un atavico problema culturale, specialmente dentro noi maschi. Forse è anche un problema biochimico di qualcosa nel nostro cervello che ci altera come se fossimo in astinenza da droga e di quella potente, divenendo pericolosi per gli altri e alla fine, anche per noi stessi.
Auguri di Buon Anno da tutto lo staff de “il Fatto Siciliano”
La nostra Sicilia. Quando a volte condivido qualche immagine o foto della nostra Isola, aggiungo una didascalia: La Sicilia ci salva … (intendo salva a noi siciliani). La Sicilia, una Natura sostanzialmente equilibrata e molto vivibile, con temperature mai estreme, forse da qualche tempo un po’ calde d’estate ma sopportabili tanto più se si va al nostro altrettanto meraviglioso mare oppure nelle cime dei nostri monti dove l’aria, specialmente la sera, è fresca anche d’estate. Per non parlare dei nostri autoctoni prodotti alimentari, gastronomici e di pasticceria. Ad esempio, siamo nel periodo delle festività natalizie e i nostri panettoni tradizionali fanno letteralmente impazzire i turisti che non smetterebbero di mangiarli (visto di presenza). Una Terra la nostra, in cui sole e freddo si toccano, ad esempio dalla cima dell’Etna alla rispettiva costa. Un’Isola dove la Storia la si attraversa con i tanti ammirati resti archeologici e monumenti vari. In questo ultimo scorcio di anno invece sorvolo su altre questioni che reputo negative per la nostra Sicilia (e anche Italia), tanto, temo avrò modo, mio malgrado, di non doverli risparmiare nei prossimi articoli nell’opinione”.
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Infine va detto che il Pnrr sta dando una discreta boccata di ossigeno economico e infrastrutturale alla nostra Isola e in generale a tutta la Penisola. Apprendevo con piacere in questi giorni che diverse strutture alberghiere e di ristorazione, ubicate in prossimità dei cantieri del doppio binario, lavoreranno per i prossimi anni con gli addetti a tali opere. Ma attenzione, il Pnrr sono soldi che in buona parte si dovranno restituire all’Europa. Il Pnrr di fatto è una scommessa di futura generale ripresa produttiva, nazionale e isolana. Faccia in modo il nostro Stato e quanto annesso e connesso, di non farci perdere, anche questa possibilità di sviluppo strutturale, poiché, forse, non ci sarà più per chissà quanto tempo un’occasione di mega investimento analogo.
Auguri di Buon Anno da tutto lo staff de “il Fatto Siciliano”
Insomma, ai mei occhi e in senso generale, come ritengo direbbe semplicisticamente ma pragmaticamente una massaia: questo 2023 si conclude per l’Italia come anche per la Sicilia, tra il nero e il bianco e con un monito: non abbassare la guardia, in quanto ormai, specialmente negli ultimi anni, abbiamo avuto la prova provata che le incapacità, inconcludenze, retoriche, sbagli, stoltezze e prolissità interne in una Nazione, in particolare del suo Parlamento e Istituzioni, possono oltremodo divenire schiaccianti massi in presenza di scompensi esteri, soprattutto quando questi sono finanziari, energetici e geopolitici.
Auguri di Buon Anno da tutto lo staff de “il Fatto Siciliano”
Ma siamo alla fine dell’anno e pertanto occorre dare anche speranza e positività per il prossimo anno. Quindi, tanti, tanti Auguri a tutti, senza distinzione di genere, colore e confessione.
Ps: oggi saremo operativi lo stesso con la nostra informazione seppure vigilia di Capodanno.