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Home » Biancavilla » Biancavilla. Sfruttavano dipendenti di un supermercato. Due arresti

Biancavilla. Sfruttavano dipendenti di un supermercato. Due arresti

Società sequestrata

redazione Di redazione
15 Maggio 2025
in Biancavilla, Cronaca
Tempo di lettura:4 mins read
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Biancavilla. Sfruttavano dipendenti di un supermercato. Due arresti
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GdiF CATANIA: LOTTA AL CAPORALATO. SEQUESTRATA SOCIETA’ DEL VALORE DI 3 MILIONI DI EURO E ARRESTATI I RESPONSABILI. I Finanzieri del Comando Provinciale di Catania, nell’ambito di complesse attività d’indagine coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione, nei comuni di Biancavilla, Adrano e Misterbianco, a un’ordinanza con la quale il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di due soggetti, rispettivamente il rappresentante legale e il direttore commerciale di un noto supermercato affiliato alla grande distribuzione, per la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”— cd caporalato – e “autoriciclaggio” disponendo il sequestro preventivo della società, con nomina di un amministratore giudiziario. L’attività d’indagine, condotta dalla Compagnia della GdF di Paternò, trae origine da un controllo amministrativo in materia di lavoro sommerso, effettuato presso un noto supermercato di Biancavilla a seguito del quale veniva rilevata la presenza di n. 37 lavoratori che sarebbero stati impiegati per un numero di ore nettamente superiore rispetto a quelle previste da contratto e dalla contrattazione collettiva di settore, con retribuzioni che, nei casi più gravi, si sarebbero attestate ad € 1,6 l’ora con stipendi mensili di 7/800 euro per i giovani a fronte di oltre 60 ore settimanali di lavoro. Il controllo ha permesso di quantificare l’omessa corresponsione di retribuzioni negli anni per un ammontare pari a circa € 1.600.000 e l’omesso versamento di contributi previdenziali per un ammontare pari a circa € 1.150.000. L’attività ha consentito di rilevare la sussistenza degli indici sintomatici del reato di cui all’art. 603 bis del c.p. – “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” – commesso dai due soggetti arrestati, sotto i profili della reiterata corresponsione di retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o territoriali o, comunque, sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato; della reiterata violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, ai periodi di riposo, al riposo settimanale, all’aspettativa obbligatoria, alle ferie; della violazione delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro. Infatti, i lavoratori sfruttati, in ragione dello stato di bisogno in cui versavano, in virtù della situazione di grave difficoltà economica tale da limitarne la libertà di autodeterminazione, non avendo nessun’altra valida alternativa, accettavano di essere impiegati per molte più ore rispetto a quelle contrattualizzate, non godendo delle ferie maturate e fruendo di soli due riposi settimanali al mese. Sono emersi altresì elementi indicativi del reato di autoriciclaggio a opera del rappresentante legale della società in relazione al profitto del delitto di sfruttamento lavorativo. Alla luce delle evidenze emerse, sulla base degli indizi raccolti da verificare in sede processuale, il giudice per le Referente: Cap. Niccolò Prosperi; Contatti: 3347695364 indagini preliminari applicava nei confronti dei due indagati la misura cautelare degli arresti domiciliari e disponeva il sequestro preventivo di una società di capitali operante nella grande distribuzione alimentare. La Guardia di Finanza si impegna costantemente al contrasto dello sfruttamento del lavoro che mina gli interessi e i diritti dei lavoratori, rappresentando una piaga per l’intero sistema economico. Sul Portale Salastampa è possibile scaricare il comunicato integrale della Procura. GdiF CATANIA: LOTTA AL CAPORALATO. SEQUESTRATA SOCIETA’ DEL VALORE DI 3

MILIONI DI EURO E ARRESTATI I RESPONSABILI.

I Finanzieri del Comando Provinciale di Catania, nell’ambito di complesse attività d’indagine coordinate dalla

locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione, nei comuni di Biancavilla, Adrano e Misterbianco, a

un’ordinanza con la quale il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania ha applicato la

misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di due soggetti, rispettivamente il rappresentante legale e

il direttore commerciale di un noto supermercato affiliato alla grande distribuzione, per la sussistenza di gravi

indizi di colpevolezza in ordine ai reati di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”— cd caporalato – e

“autoriciclaggio” disponendo il sequestro preventivo della società, con nomina di un amministratore giudiziario.

L’attività d’indagine, condotta dalla Compagnia della GdF di Paternò, trae origine da un controllo amministrativo

in materia di lavoro sommerso, effettuato presso un noto supermercato di Biancavilla a seguito del quale veniva

rilevata la presenza di n. 37 lavoratori che sarebbero stati impiegati per un numero di ore nettamente superiore

rispetto a quelle previste da contratto e dalla contrattazione collettiva di settore, con retribuzioni che, nei casi più

gravi, si sarebbero attestate ad € 1,6 l’ora con stipendi mensili di 7/800 euro per i giovani a fronte di oltre 60 ore

settimanali di lavoro. Il controllo ha permesso di quantificare l’omessa corresponsione di retribuzioni negli anni

per un ammontare pari a circa € 1.600.000 e l’omesso versamento di contributi previdenziali per un ammontare

pari a circa € 1.150.000.

L’attività ha consentito di rilevare la sussistenza degli indici sintomatici del reato di cui all’art. 603 bis del c.p. –

“intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” – commesso dai due soggetti arrestati, sotto i profili della

reiterata corresponsione di retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o

territoriali o, comunque, sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato; della reiterata

violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, ai periodi di riposo, al riposo settimanale, all’aspettativa

obbligatoria, alle ferie; della violazione delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro.

Infatti, i lavoratori sfruttati, in ragione dello stato di bisogno in cui versavano, in virtù della situazione di grave

difficoltà economica tale da limitarne la libertà di autodeterminazione, non avendo nessun’altra valida

alternativa, accettavano di essere impiegati per molte più ore rispetto a quelle contrattualizzate, non godendo

delle ferie maturate e fruendo di soli due riposi settimanali al mese.

Sono emersi altresì elementi indicativi del reato di autoriciclaggio a opera del rappresentante legale della società

in relazione al profitto del delitto di sfruttamento lavorativo.

Alla luce delle evidenze emerse, sulla base degli indizi raccolti da verificare in sede processuale, il giudice per le indagini preliminari applicava nei confronti dei due indagati la misura cautelare degli arresti domiciliari e

disponeva il sequestro preventivo di una società di capitali operante nella grande distribuzione alimentare.

La Guardia di Finanza si impegna costantemente al contrasto dello sfruttamento del lavoro che mina gli interessi

e i diritti dei lavoratori, rappresentando una piaga per l’intero sistema economico.

 

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