Una donna di 46 anni, Ada Rotini originaria di Noto, è stata uccisa sgozzata dal proprio marito Filippo Asero in pieno centro a Bronte, poco distante dalla Chiesa di San Vito, nei pressi dell’abitazione dell’uomo. La mano omicida dell’uomo, sarebbe stata mossa probabilmente ancora una volta da un sentimento malato nei confronti della donna. Dopo il folle gesto, l’omicida ha tentato di togliersi la vita conficcandosi la stessa arma del delitto nell’addome. L’uomo, inizialmente soccorso da un’ambulanza del sistema di emergenza territoriale, è stato trasportato al Cannizzaro di Catania con l’Elisoccorso, dove è giunto in codice rosso. Qui è stato sottoposto a trasfusione e successivamente ad un intervento chirurgico ancora in corso, per la rimozione del coltello conficcato. Le sue condizioni al momento rimangono gravi.
A rimanere ferito al braccio anche una terza persona, un anziano, che era assistito dalla vittima che svolgeva l’attività di badante. L’uomo, è stato condotto al pronto soccorso del nosocomio brontese con diverse ferite da taglio sul braccio. Sul posto, allertati da una chiamata al Numero Unico per le Emergenze 112, sono giunti i Carabinieri della locale stazione e della Compagnia di Randazzo. L’uomo, secondo quanto riportato dalla testata Meridionews, sarebbe comunque conosciuto alle forze dell’ordine, in quanto già arrestato in passato poiché ritenuto il presunto responsabile dell’omicidio di Sergio Gardani avvenuto a Bronte nel 2001. Condannato in primo grado all’ergastolo, grazie ad un’intercettazione, i suoi legali riuscirono ad ottenere il proscioglimento in appello, dopo 4 anni. Secondo quanto appreso, sembrerebbe che proprio oggi i due, che avevano 2 figli, avrebbero dovuto ratificare il divorzio.
Ad intervenire su quanto accaduto, anche il sindaco Pino Firrarello che ha manifestato l’intenzione di proclamare il lutto cittadino. “Pochi giorni fa ad Acicastello, – ha affermato il primo cittadino – oggi a Bronte, domani non sappiamo dove, sappiamo che accadrà ancora. Non è possibile. Lo Stato deve punire severamente questi atti ignobili. Nessun essere umano può disporre della vita altrui. Nessuna Donna deve avere paura di vivere libera. Se siete vittime, – conclude rivolgendosi a tutte le donne – denunciate al Telefono Rosa ed alle Istituzioni: abbiamo il dovere di starvi vicine”.