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Home » Cronaca » Catania. Aveva lo spaccio nel condominio così costringendo i condomini a patirlo

Catania. Aveva lo spaccio nel condominio così costringendo i condomini a patirlo

I CC di Catania Fontanarossa hanno arrestato in flagranza un 23enne pusher che aveva lo spaccio dentro il condominio. L’OPINIONE

Sebastiano Adduso Di Sebastiano Adduso
8 Maggio 2024
in Catania, Cronaca
Tempo di lettura:3 minuti di lettura
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I CC di Catania Fontanarossa hanno arrestato in flagranza un 23enne pusher che aveva lo spaccio dentro il condominio. L’OPINIONE
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Nell’ambito della continua lotta al fenomeno del traffico di droga, principale canale d’approvvigionamento della criminalità organizzata, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Fontanarossa hanno bloccato, ancora una volta, una sito allestito per lo spaccio di cocaina e di marijuana all’interno di un condominio di viale Grimaldi, nel quartiere Librino, arrestando per “detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, un 23enne catanese, già gravato da analoghi precedenti di polizia, che aveva lo spaccio nel condominio così costringendo i condomini a patirlo.

LE INDAGINI

La metodologia d’intervento è stata suddivisa su due tempi di azioni, dapprima un’attenta attività info investigativa che ha consentito ai militari di venire a conoscenza delle modalità di spaccio all’interno della palazzina. La seconda, a causa delle complessità in cui sarebbero dovuti andare ad intervenire i militari del Nucleo Operativo, si è basata su l’osservazione in modalità discreta e a distanza, ben mimetizzati tra la gente del quartiere, al fine di accertare se vi fossero installati sistemi di videosorveglianza o presenze di eventuali vedette. Dopo un prolungato ed impegnativo periodo di analisi, i Carabinieri hanno, quindi, riscontrato l’effettivo via vai della “clientela”, che si avvicendava all’interno di quel palazzo per qualche minuto, giusto il tempo di pagare e quindi ricevere la dose per poi andare via. Inoltre, in un momento propizio, hanno effettuato un sopralluogo, scoprendo che il luogo della vendita era proprio l’ingresso delle scale condominiali, protetto da un portone in ferro chiuso e con una piccola feritoia.

Aveva lo spaccio nel condominio così costringendo i condomini a patirlo

Questa condizione, costringeva i residenti di quel condominio ad assistere alla compravendita di droga nonché, addirittura, ad attendere il suo assenso per entrare ed uscire dal palazzo. Definiti tutti i dettagli del quadro investigativo, il personale operante ha infine deciso, lo scorso pomeriggio intorno alle ore 16.00 di agire. È stato pertanto predisposto il dispositivo con due squadre d’intervento, la prima posizionata in modo da bloccare ogni possibile tentativo di fuga dei malviventi dall’edificio, mentre l’altra, approfittando della fortuita apertura del portone da parte di un condomino che stava rincasando, ha fruttato l’occasione per fare irruzione all’interno dell’androne del palazzo, sorprendendo lo spacciatore con in mano una busta della sua “mercanzia”. Subito bloccato e messo in sicurezza, è stato chiaramente perquisito trovando all’interno della busta due contenitori di plastica contenenti, complessivamente, 64 dosi di cocaina e 31 di marijuana, mentre nelle tasche del giubbotto la somma di 525,00 euro, sicuro provento della sua illecita attività, nonché un block notes con annotazione delle movimentazioni relative alla compravendita delle sostanze stupefacenti.

IL PROVVEDIMENTO

Il 23enne è stato pertanto arrestato e posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ne ha convalidato l’arresto, disponendo per lui la sottoposizione alla misura cautelare dei “domiciliari”.

L’OPINIONE

Quante volte e ultimamente in crescendo, sentiamo alla Tv (purtroppo lo si racconto, direi quasi interrottamente, anche nella cronaca on line quotidiana) che intere aree cittadine, di paesi e città, quartieri e locali condominiali, in particolare quelli nelle periferie o in centri storici trascurati dal dovere pubblico-politica, spesso si trasformano in luoghi di via vai (senza distinzione di genere e altro) di spaccio e prostituzione.

Tali edifici o abitazioni, di solito sono gestiti direttamente (o velatamente attraverso dei prestanome) dalla delinquenza dei luoghi o d’importazione. Sicché Governi e Parlamenti, mentre da sempre riempiono di retorica talk show e convegni, per un altro verso hanno di fatto consentito che lo spaccio di droga e la prostituzione dilagassero, quest’ultima specialmente d’importazione.  Le Forze dell’ordine in genere fanno quello che possono e comunque solo entro risicati forzosi limiti (e figurarsi cosa possa fare quindi il cittadino: praticamente pressoché nulla, anche per timore se non anche paura).

Le leggi in generale in Italia sembrano dalla parte della droga e particolarmente della prostituzione. Fattore che, da un lato, guarda caso, implicitamente aiuta le finanze della criminalità organizzata, come anche delle mere associazioni a delinquere che di solito hanno anche bei pacchetti di voti; e per un altro verso compromettono indirettamente, a volte per sempre, intere vite, soprattutto di giovani e donne, anche minorenni. Come se ne esce ?

Tags: avevaCataniacondominicondominiocostringendopatirlospaccio
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