A Caltanissetta alcune zone, nonostante la ripresa della distribuzione, sono a secco da 11 giorni. Il sindaco Roberto Gambino è in costante contatto con Siciliacque e nei giorni scorsi ha inviato una nota chiedendo un incontro urgente al presidente della Regione, dal quale però non ha ottenuto risposta. A Enna e provincia sono rimasti quasi una settimana e nel capoluogo solo da alcuni giorni l’erogazione idrica è tornata pressoché normale. La Regione Siciliana sta cercando di correre ai ripari (meglio tardi che mai) ricevendo anche un primo sostegno economico dal Governo centrale (Sicilia. Per la siccità dal Governo nazionale i primi € 20 mln. Il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza nazionale per la siccità in Sicilia stanziando i primi 20 milioni di euro).
L’OPINIONE
Ci siamo occupati diverse volte della crisi idrica in Sicilia (uno più indicativo: Sicilia. Una situazione drammatica a causa della siccità. La Regione Siciliana ha chiesto lo stato di emergenza contro l’avanzare della siccità. Preoccupa l’erogazione di acqua potabile. L’OPINIONE). Ufficialmente, la giustificazione di tale crisi da parte del sistema politico-istituzionale (e rispettive pletore di “seguiti”) la si scarica sul riscaldamento globale (la mini era calda che stiamo attraversando incrementata dall’inquinamento antropico atmosferico) cogliendo anche l’occasione di quanto comunicato nelle rilevazioni satellitari e a terra di Copernicus [Global Monitoring for Enviroment and Security, GMES, ribattezzato Copernicus, è un’iniziativa dell’Agenzia Spaziale Europea, ESA e della Commissione europea, creata nel 2001 durante l’incontro di Göteborg (in italiano: Gotemburgo, in inglese: Gothenburg, è una città che si trova in Svezia, sulla costa occidentale e si affaccia sul Mare del Nord, di fronte alla Danimarca) e finalizzata a fornire entro il 2021 la capacità all’Unione europea di agire autonomamente nel settore della sicurezza e dell’ambiente tramite le rilevazioni satellitari] che individuano in questo aprile del 2024 il mese più caldo globalmente mai registrato, con una temperatura media dell’aria in superficie di 15,03 gradi, 0,67°C sopra la media di aprile del trentennio di riferimento 1991-2020 e 0,14°C sopra il record precedente dell’aprile 2016.
Poi però (tanto più oggi che c’è tale fantastica possibilità) basta fare una ricerca su internet che ci si imbatte in cronache, addirittura risalenti al 1969: Sciascia, l’impegno della ragione “La lunga sete” della Sicilia”. Un contributo in voce di Sciascia sul secolare problema della scarsità d’acqua in Sicilia: lo scrittore ricorda come forse gli unici ad essere riusciti ad affrontare la questione siano stati gli arabi, nel periodo della loro dominazione sull’isola.
Come anche scritto più volte nei miei articoli, la Sicilia, terra pressoché impareggiabile sotto tanti aspetti (la prova ne sono anche i turisti che a volte la sintetizzano in un “equilibrato paradiso”) è però ammorbata da una decennale degenerazione umana politico-istituzionale con rispettive pletore di “seguiti” (altra sciagura di questa Penisola).
Il problema, nella fattispecie (secondo la mia visione), non sarebbe quello propagandato dai trasversali menestrelli della politica, ovverosia che la responsabilità operativa sia di “Roma” o “Milano”, quali simboli di luoghi di potere politico-economico, in cui (ci dicono da sempre), si decide anche sui siciliani, bensì è la miserevole interiorità, senza un minimo di dignità ed alcun reale civile rispetto verso i conterranei nonché senso del doveroso dovere, di chi da sempre entra in politica e nelle istituzioni dell’Isola (senza distinzione di estrazione e genere) e oggi più che mai. Orde di mentalmente mercenari disposti a svendersi i conterranei anche solo per stare in uno strapuntino dell’altrettanto incancrenito sistema pubblico-politico nazionale e ora europeo (e figurarsi cosa non farebbero per una poltrona). La crisi idrica in Sicilia è solo un altro annoso aspetto della condizione di sudditanza ed esclusione in cui siamo relegati i cittadini con la “costituzione più bella del mondo” (quante volte ne ho scritto e segnalato vanamente alla politica). Un paradosso quest’ultimo che appare eloquente della “menzogna unica” che circola da troppo tempo in questa Italia e particolarmente nell’Isola, infarcita (la menzogna) da cosiddetta “cultura”. In tale contesto: corruzione, concussione, spartizione, omertà e devianza; si diffondo inquinando, specialmente le concezioni delle nuove generazioni (che di certo non nascono peggiori bensì lo divengono con tale apprendimento ambientale)
COME SE NE ESCE ?