La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha delegato alla Polizia di Stato l’esecuzione di una misura cautelare, emessa, in data 4 luglio 2023, dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale, nei confronti delle sottoindicate sei persone, in quanto gravemente indiziate, con differenti profili di responsabilità, allo stato degli atti e in relazione alla fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle difese, dei reati di tentato omicidio, porto di arma comune da sparo, detenzione e porto in luogo pubblico di arma clandestina nonché di ricettazione:
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- MUSUMECI Salvatore, inteso “Turi a mina” (classe ’72), custodia cautelare in carcere
- BALSAMO Giovanni (classe ’01), arresti domiciliari
- MICALE Giuseppe (classe ’93), arresti domiciliari
- MICALE Rosario (classe ’64), arresti domiciliari
- MUSUMECI Sebastiana (classe ’78), arresti domiciliari
- SAITTA Concetta Jessica Rita (classe ’97), arresti domiciliari.
Il provvedimento restrittivo è stato emesso all’esito di indagini di tipo tradizionale, coordinate da questa Procura e svolte dalla Squadra Mobile – Sezione Reati contro la persona, sessuali e in danno di minori, ed ha tratto spunto da un fatto delittuoso verificatosi il decorso 27 maggio, in via Negrelli, in un esercizio commerciale di noleggio di veicoli, riconducibile all’esplosione di numerosi colpi di arma da fuoco indirizzati verso quella struttura.
Già dalle primissime attività di indagine, non solo si ritrovavano sui luoghi dei bossoli esplosi, ma si rilevavano anche diversi fori d’entrata di colpi di arma da fuoco sul muro, sulla porta delimitante la zona adibita al pubblico e sulla porta del bagno e si repertavano, al contempo, due cartucce calibro 7,65 e nascosta sotto un’autovettura parcheggiata nelle immediate vicinanze dell’esercizio commerciale predetto, una pistola Beretta mod. 84-F calibro 9 short con matricola abrasa, come tale arma clandestina ,munita di colpo in canna e con annesso caricatore contenente quattro cartucce.
I successivi approfondimenti eseguiti incrociando i dati cognitivi derivanti dalle escussioni testimoniali con quelli desumibili dalla disamina dei sistemi di video sorveglianza, interni ed esterni al citato autonoleggio, hanno poi permesso di ricostruire quanto sarebbe verosimilmente accaduto e quindi :
- di ricondurre lo spunto iniziale dei fatti ad una lite tra MICALE Giuseppe, figlio di MICALE Rosario (entrambi gestori del richiamato noleggio), e un soggetto di sesso maschile, non destinatario dell’ordinanza cautelare, a seguito della quale sarebbe derivato da un canto l’intervento, in favore di quest’ultimo, di MUSUMECI Salvatore a sua volta accompagnato da un gruppo di fiancheggiatori, intervento attuato mediante l’esplosione con una pistola di ripetuti colpi d’arma da fuoco indirizzati ad altezza uomo nei confronti di MICALE Giuseppe, dall’altro la reazione di questi che sarebbe stata posta in essere mediante l’impiego di altra pistola poi rinvenuta sui luoghi;
- di apprezzare il contributo apportato da BALSAMO Giuseppe, che sarebbe intervenuto in appoggio a MUSUMECI Salvatore e che sarebbe autore a sua volta del danneggiamento di due moto in esposizione all’interno dell’attività commerciale dei MICALE;
- di rilevare come al termine dell’azione delittuosa, MUSUMECI Salvatore si sarebbe disfatto della pistola, consegnandola a sua sorella, MUSUMECI Sebastiana e alla nipote, SAITTA Concetta Jessica Rita per poi subito dopo allontanarsi dai luoghi, a bordo di uno scooter, insieme al BALSAMO;
- di rilevare come i due MICALE avessero cercato di nascondere le due armi (la prima arma clandestina e la seconda arma giocattolo) in loro possesso sotto delle auto parcheggiate nelle adiacenze del loro esercizio commerciale.Il capo della Squadra Mobile di Catania, Antonio Sfameni, durante la conferenza stampa tenutasi oggi ha detto: “Il movente della lite è anche l’oggetto degli approfondimenti tuttora in atto e che ovvio che vengano fatti sia nell’interesse della ricostruzione dei fatti della giustizia che in quello degli stessi indagati. Al momento non ci sono elementi che possono far pensare a una correlazione con i fatti di via Santo Cantone. Il ruolo principale nella vicenda è quello di Salvatore Musumeci, per il quale il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto, su richiesta della Procura della Repubblica, di emettere la custodia in carcere. L’attività preventiva è quella dell’autorità di pubblica sicurezza e di tutte le forze di Polizia e della Procura della Repubblica, che tengono sotto attenzione il fenomeno delle sparatorie a Catania”.
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