Il 34enne, che gestiva gli affari finanziari della cosca, emulava il boss Tony Montana interpretato da Al Pacino
Dopo una complessa attività di indagine della Guardia di Finanza di Catania, delegata dalla Procura Distrettuale Antimafia, sul clan mafioso catanese dei Mazzei, detti “Carcagnusi”, concentratasi soprattutto sui beni riconducibili alla cosca, il Tribunale di Prevenzione di Catania ha emesso un provvedimento di sequestro di beni per un valore di circa 44 milioni di euro, illecitamente accumulato da William Alfonso Cerbo, 34 anni, attualmente detenuto agli arresti domiciliari e imputato per i reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e bancarotta.
Cerbo era stato arrestato dalle Fiamme Gialle nell’aprile del 2014 insieme ad altre 15 persone nel corso dell’operazione “Scarface”. In tale contesto l’uomo era inquadrato come elemento di spicco del clan Mazzei, particolarmente attivo nella gestione di attività economiche e imprenditoriali del gruppo mafioso e nelle attività di estorsione e recupero crediti.
L’operazione, a suo tempo, era stata denominata “Scarface” perché dalle indagini tecniche svolte dagli uomini del Gico di Catania il giovane era solito emulare il boss Tony Montana del film “Scarface”. Addirittura il 34enne si era fatto costruire un trono con sopra riportate le sue iniziali, in tutto e per tutto uguale a quello dove era solito sedersi Al Pacino.
Le indagini avevano fatto emergere un quadro in cui i proventi delle attività illecite e delle bancarotte realizzate con metodo mafioso venivano inseriti nel circuito legale attraverso la creazione di una galassia di imprese commerciali, associazioni sportive dilettantistiche (a copertura di bische clandestine) ed enti non a scopo di lucro. Ciò avveniva con la complicità di prestanome, familiari e conviventi.
Sulla base dei gravi indizi a suo carico, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Catania, coordinati dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, hanno avviato l’indagine patrimoniale nei confronti di William Cerbo e del suo nucleo familiare, volta a verificare la coerenza del tenore di vita, nonché del patrimonio posseduto, con i redditi dichiarati.
Le investigazioni – condotte anche con l’ausilio di sofisticati software sviluppati dalla Guardia di Finanza per l’analisi sinergica di tutte le informazioni desumibili dalle banche dati – hanno consentito di individuare i beni, mobili e immobili, illecitamente accumulati dalla famiglia e hanno portato a evidenziare la disponibilità complessiva di redditi di oltre 2 milioni di euro rispetto ai soli 80 mila euro dichiarati al Fisco in 14 anni.
Nel corso dell’attività, in una delle società gravitanti nell’orbita dei “Mazzei” sono stati rinvenuti dei bilanci firmati da soci già deceduti da anni.
La Sezione Misure di Prevenzione ha disposto il sequestro di quote societarie di 20 aziende e 30 beni immobili ubicati in diverse regioni d’Italia e riconducibili a Cerbo, nonché di orologi di pregio, il tutto per un controvalore complessivo pari a circa 44 milioni di euro.
Tra gli immobili sottoposti a sequestro anche la villa del 34enne che, per quanto emerso nelle indagini, voleva ristrutturare rendendola il più possibile simile, anche in questo caso, a quella del film “Scarface”.