Non si fermano le sparatorie a Catania. Nella notte fra il 5 e il 6 luglio infatti nel rione Villaggio S.Agata un uomo di 47 anni è stato raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco alle gambe. Sul fatto sta indagando la Polizia del capoluogo etneo per capire soprattutto il movente della sparatoria nei confronti del 47enne, che sarebbe un pregiudicato. L’uomo sarebbe stato portato all’ospedale Garibaldi Centro per ricevere le cure del caso e al momento sono sconosciute le sue attuali condizioni.
Non è ancora stato scoperto nemmeno il movente della sparatoria avvenuta a Nesima lo scorso venerdì per la quale però sono giunti i primi sviluppi. Lo scorso 1 luglio infatti la Procura della Repubblica di Catania ha infatti emesso il decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti del 27enne Giovanni Pasqualino Di Benedetto, che nei giorni scorsi durante l’interrogatorio si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere.
Le indagini, coordinate da questo Ufficio ed eseguite dalla Sezione Reati contro la Persona della Squadra Mobile etnea, hanno permesso di acquisire, allo stato degli atti ed in relazione ad una fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle difese, elementi che dimostrerebbero come il 27enne sarebbe, in concorso con altri, l’autore dell’omicidio ai danni del cittadino albanese e del tentato omicidio ai danni di un altro soggetto italiano (tuttora ricoverato).
Le investigazioni hanno tratto origine dalla segnalazione, giunta lo scorso 30 giugno, intorno alle ore 13,19, presso la Sala Operativa della Questura di Catania, con cui si rappresentava che vi era stata l’esplosione di colpi di arma da fuoco e che a seguito di ciò vi era stato il ferimento di due persone.
Sul posto, già presente altro personale di polizia che aveva provveduto a cinturare la zona, operatori della Squadra Mobile, unitamente ad agenti specializzati del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, dopo avere effettuato accurata ispezione dei luoghi interessati dagli eventi, hanno ritrovato, tra le altre cose, una pistola semiautomatica calibro 38, tre bossoli e cinque proiettili del medesimo calibro.
Dalla prima ricostruzione degli accadimenti è stato, inoltre, appurato che al 27enne, pregiudicato per rapina aggravata, estorsione e furto, e in atto sottoposto alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali, poteva ricondursi sia l’avere attinto con un colpo di arma da fuoco, l’albanese I.K., deceduto il successivo 3 luglio, sia il ferimento, mediante esplosione di un ulteriore colpo d’arma da fuoco, del cittadino italiano L.C., azione poi interrottasi per l’inceppamento dell’arma utilizzata, sia per la reazione della vittima, lanciatosi, con conseguente caduta al suolo ed ulteriori lesioni da ciò derivanti, dal balcone dell’appartamento teatro dell’evento, sito al piano secondo dello stabile ove si sono svolti i fatti. Dopo la commissione dell’omicidio e del tentato omicidio, Di Benedetto si allontanava dai luoghi, rendendosi irreperibile e così determinando l’esigenza di emissione del fermo.
Le indagini, tuttora in corso, anche per risalire alle motivazioni dell’azione omicidiaria – ragioni che allo stato sembrano potersi ricondurre a contesti illeciti – e per meglio chiarire la dinamica dei fatti a eventuale presenza di altri soggetti, sono state connotate dalle dichiarazioni rese da persone abitanti nella zona, dalla disamina di immagini di sistemi di video sorveglianza di interesse – consentendo di risalire alle fasi antecedenti al delitto, fin dal momento in cui i due soggetti attinti dai colpi sono arrivati in via Cantone Santo n. 10.
In relazione a tali fatti in data 1.7.2023 Di Benedetto è stato sottoposto al fermo di indiziato di delitto emesso da questo Ufficio di Procura, venendo condotto prima presso gli Uffici della locale Squadra Mobile e, successivamente, ultimati gli atti di rito, rinchiuso nel carcere catanese di piazza Lanza. Il quadro indiziario raccolto ha poi permesso all’Ufficio di Procura di richiedere e ottenere dal competente Giudice per le indagini preliminari, la convalida del provvedimento di fermo e l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.
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