Carlo Caputo: “Il Parco dell’Etna è un parco naturale non un parco giochi. Le moto devono circolare altrove”
Natura, silenzio, aria pulita, cinguettio di uccelli, rumore e rombo assordante di motori da enduro. Non è questo solo un ossimoro, figura retorica che accosta termini di significato opposto, bensì quanto accade spesso all’interno del Parco dell’Etna tra i vari sentieri natura praticati da molti appassionati di trekking e passeggiate ad alta quota. L’ultima, in ordine cronologico, è una segnalazione giunta all’Ente Parco da un cittadino e pubblicata negli scorsi giorni sulla pagina social dell’ente siciliano. “Carissimo Presidente” si legge nel messaggio “ti scrivo perché…accade in questo momento…mi trovo sui sentieri che da monte Intraleo portano alla Galvarina e sono dovuto scappare letteralmente dalla via perché un gruppo di motociclisti sale a tutta velocità incurante del fatto che il sentiero è pedonale e che ci potrebbero essere escursionisti come me che si trovano su esso. Non è la prima volta. Ho prontamente segnalato ciò al 112 ed ho lasciato i miei estremi. Confido nella tua dedizione verso il nostro parco e magari per questa gente qualche controllo in più non guasterebbe. Con estremo affetto grazie”.
Una storia per nulla nuova, quella che raccontiamo oggi. Era l’ottobre 2019, quando sempre nell’area del Parco ricadente su Adrano, si arrivò al sequestro da parte del locale distaccamento del Corpo Forestale di due mezzi a due ruote e all’elevazione di altrettante sanzioni amministrative di 206 euro ciascuno, per aver introdotto dei veicoli a motore all’interno del Parco dell’Etna. Quella volta, fu un amante della montagna e di escursionismo ad aver sollevato la questione, dopo aver denunciato al Corpo Forestale e alla Guardia di Finanza – Soccorso Alpino la presenza di motociclisti al rifugio Galvarina .
A condannare aspramente quanto accaduto all’interno del sito Unesco, con due post su Facebook, è lo stesso presidente del Parco Carlo Caputo. “Purtroppo il fenomeno delle moto da cross in area protetta è frequente e svolto con disinvoltura, quasi fosse un’attività normale, da sempre”, scrive in risposta alla segnalazione ricevuta. “All’interno del Parco queste attività sono vietate. Le moto devono circolare altrove. Nei prossimi mesi proverò ad interessare tutti gli organi di controllo in tale direzione, otterremo risultati ne sono certo. Il parco è un’area protetta no un parco giochi, questo va sempre chiarito e ribadito”.
E in un altro post sul proprio profilo Facebook, il Presidente Caputo continua dicendo “il Parco dell’Etna è un parco naturale non un parco giochi. Questo va sempre ribadito. Ci sono attività non conciliabili con un’area che deve caratterizzarsi per quiete e silenzio, soprattutto in zona A. Da una parte c’è il dovere di tutelare la natura in tutte le sue presenze animali e vegetali, dall’altro il diritto di ogni essere umano di salire in montagna e passeggiare in relax (a piedi o bici) senza dover essere disturbato o rischiando di essere investito.” Diverse, comunque, le azioni che il Presidente vorrà mettere in atto nel breve e medio termine. Tra queste, il recupero e ripristino della segnaletica che risale agli anni ’90 e il rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine che possano controllare il territorio anche attraverso la reintroduzione del presidio di Polizia di Stato ad alta quota con un intervento degli uomini a cavallo che possano raggiungere le aree protette e i sentieri.