Lezione del nostro direttore nell’ambito del progetto rivolto agli studenti che si sta svolgendo al liceo scientifico “Galilei” di Catania con studenti provenienti da diverse scuole del sud-Italia
Anche la realtà Yvii24 alla “Summer school” di giornalismo dell’agenzia di stampa “Dire”, che si sta svolgendo presso il liceo scientifico ‘”Galileo Galilei” di Catania (conclusione il 19 luglio), e che sta coinvolgendo gli studenti da diverse scuole del Sud-Italia. La tappa di Catania chiude la “Summer school 2019” che ha avuto come scenario anche altri licei di Milano, Bologna, Roma e Napoli. A tenere una lezione su giornalismo locale e fotogiornalismo è stato il nostro direttore Pietro Nicosia, che ha pure fatto riferimento alla realtà che seguiamo maggiormente, quella del comprensorio sud-occidentale dell’Etna.
«Raccontare il proprio territorio, diffondendo notizie locali – ha spiegato agli studenti – significa informare quotidianamente una comunità e svolgere una funzione di utilità sociale di fronte a disagi e disservizi di un’amministrazione comunale che viene, in tal modo, sensibilizzata a migliorarsi».
La cronaca e i luoghi non vengono raccontati solo attraverso le parole. Le notizie vengono, inoltre, diffuse attraverso produzioni multimediali: «Gli articoli di cronaca nera, politica, sport, attualità, spettacolo – ha aggiunto il direttore di Yvii24 – sono corredate di video e di immagini che raccontano la notizia complessivamente. Ci sono foto iconiche che testimoniano una vicenda e che, da sole, hanno fatto la storia di un’epoca, di una guerra, di un fenomeno sociale o di una catastrofe naturale».
Pietro Nicosia ha, poi, mostrato 3 immagini iconiche: “Morte di un soldato lealista”, la foto scattata durante la guerra civile spagnola degli anni ’30 dal fotografo americano Robert Capa; lo scatto di Nick Ut che ritrae Kim Phúc, la bambina vietnamita di 9 anni che corre urlando dal dolore in seguito ad un bombardamento al napalm nel 1972, nei pressi di Saigon; la foto della fotoreporter turca Nilufer Demir del corpicino senza vita di Alan Kurdi, il bambino di tre anni di origini curdo-siriane, rinvenuto sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia.
«Il piccolo Alan indossava una maglietta rossa – ha spiegato agli studenti Pietro Nicosia – e non è casuale. I suoi genitori avevano scelto di fargli indossare quell’indumento perché il rosso è il colore che si nota di più in mezzo al mare. La foto del bambino che scappava dalla guerra in Siria ha fatto il giro del mondo ed è diventata simbolo della crisi dei migranti in Europa».
Alla fine dell’incontro il nostro direttore si è intrattenuto con gli studenti che partecipano alla “Summer school” di giornalismo, rispondendo alle loro domande e sottoponendosi ad una beve intervista sugli argomenti esposti.