I narcisisti spesso non picchiano, ma sono capaci di una violenza psicologica, a volte sottilissima, che ha un effetto devastante sulla vittima
Sono tantissime le donne che rimangono vittime di storie maledette con soggetti affetti da narcisismo e sono tantissime le donne che mi chiedono aiuto e consiglio su come uscirne. Ritengo utile diffondere quante più informazioni possibili affinché le donne imparino a riconoscere i segnali di questo disturbo e imparino a scappare. I narcisisti spesso non picchiano, ma sono capaci di una violenza psicologica, a volte sottilissima, che ha un effetto devastante sulla vittima.
La violenza non è solo quella fisica. La violenza psicologica ti annulla, anche perché spesso non si è credute, perché il narcisista all’esterno appare come un agnellino. In realtà, è un lupo che abilmente indossa una maschera. Sarebbe ora che le Procure e i Tribunali attenzionassero la portata della violenza che i narcisisti sono in grado di commettere. Imbattersi in un narcisista ti cambia la vita. Te la cambia per sempre, se sopravvivi. Se no, ti uccide.
Post tratto dal web.
Sono una sopravvissuta. Sopravvissuta agli abusi narcisisti che hanno costellato la mia vita. Già, una moltitudine di abusi, non uno soltanto. L’incontro con un narcisista perverso ti cambia la vita, per sempre. Ti lascia ferita, umiliata e stordita. Ti segna l’anima. Eppure quella ferita può guarire. Possiamo usarla come carburante per accendere nuove e luminose scintille, per noi e per gli altri. Può diventare il faro delle notti buie che ancora verranno. Può essere trasformata nel nostro custode, una sorta di “memento” che impedirà nuovi incontri patologici in futuro. Può addirittura essere motivo di aiuto per gli altri, per quelli che ancora vivono l’incubo della vita con un narcisista. Non è bello dare un’etichetta, mai. Tuttavia il narcisista patologico è un uomo (e anche una donna) pericoloso per gli altri e come tale va conosciuto, e riconosciuto.
Ha un modo di essere e agire che devasta chi gli vive accanto, trasformando le giornate in incubi orrendi. E’ un vampiro energetico che usa la luce degli altri per cibarsene perché lui, lui vive nelle tenebre. E non può, non vuole uscirne. Perché per uscirne dovrebbe conoscersi, tirare giù la maschera”buona e bella” e vedere il lupo dietro l’agnello. Non è possibile, per nessun narcisista patologico. Lui non conosce il suo vero Sé, vive di una finzione che usa per accalappiare le vittime. Sì, le vittime. A me però piace chiamarle “sopravvissute”. Perché di fatto è così, si sopravvive a un rischio reale di morte. Non c’è solo la perdita dell’innocenza (non saremo mai più così idealisti, dopo l’incontro con lui), l’assassinio dei sogni, l’attentato al cuore di ciò che siamo, la scomparsa della salute dovuta ai quotidiani abusi psicologici. C’è anche la morte. Quante donne si sono suicidate e quante sono impazzite. Tante, troppe. Il fiore del male è apparentemente bellissimo. Incanta, seduce.
Ma è un fiore velenoso. Un fiore carnivoro. Mio nonno diceva sempre: “Quando morirò non portatemi fiori sulla tomba, non voglio che questa bellezza venga uccisa per me”. Ma questo fiore è un assassino. Il Narciso non va colto, mai. Neanche annusato. Correte via, se lo incontrate. Non diventate sue vittime. Vittime. La parola “vittima” ci fa essere fragili, mentre noi siamo forti, fortissime. E poi, bisogna essere oneste, dirselo anche se fa male, tanto male: la danza perversa con un narcisista chiede il coinvolgimento di due persone. Noi siamo state con lui, siamo state complici involontarie dell’abuso subito. Se prendiamo la responsabilità della vita nelle nostre mani, allora saremo i grado di vedere le nostre antiche ferite, il sangue no cicatrizzato che ha attratto il vampiro. Noi siamo sopravvissute.
Proprio come i reduci di una guerra, abbiamo bisogno di tempo, di cure, di balsamo. E di comprensione. Nella vita scrivo per mestiere. Ho deciso di usare ciò che conosco meglio al mondo, la scrittura, per aiutare chi, come me, ha vissuto o vive ancora l’abuso narcisista. All’inizio non volevo scrivere, per non dare più energia all’uomo che mi ha quasi uccisa, l’ultimo di una lista (i narcisisti colpiscono non solo nella sfera affettiva, familiare, ma sono ovunque: sul lavoro, fra le amicizie, perfino fra gli psicologi e i gruppi spirituali). Poi ho invece capito che usare il mio dono personale per mettermi a disposizione degli altri avrebbe aiutato così come sono stata aiutata io quando, ferita, tremante, sconvolta, ho cominciato a leggere in rete per capire che mi stava succedendo.Io so fare questo. E lo offro.