La promotrice del Comitato “Salviamo l’Inps di Paternò”, Valentina Borzì: «Non possono sottrarci un servizio che andrebbe a mettere in serie difficoltà le categorie più deboli»
Cresce l’attesa a Paternò ed Adrano in vista dell’incontro in Prefettura, venerdì (5 maggio) alle 9:30 fra il Prefetto di Catania Silvana Riccio, o un suo delegato, i sindaci dei due comuni e dei territori limitrofi, e i direttori regionale e provinciale dell’Inps per affrontare il tema della chiusura delle sedi territoriali – nei due centri – e l’apertura di una sede a Bronte.
Intanto, il Comitato spontaneo “Salviamo la sede Inps di Paternó” ha indetto per venerdì mattina un sit in a sostegno del mantenimento dell’istituto di previdenza nella cittadina, che avverrà scandendo lo slogan: “Se nulla cambierà, lotta dura sarà”.
Lo stesso comitato ha diramato un comunicato nel quale si legge: «Trasparenza e Responsabilità. Questo è ciò che chiediamo. Trasparenza: perché vorremmo comprendere, una volta per tutte, quali siano le reali motivazioni del presunto trasferimento della sede Inps di Paternò presso il comune di Bronte sebbene l’amministrazione paternese, da parte sua, già nel 2014, avesse messo a disposizione dell’ente dei locali in forma gratuita. Responsabilità: perché tutti, indipendentemente dal colore politico, dalle imminenti elezioni, siamo chiamati a difendere un importante ed essenziale servizio che rischia di essere spazzato via, come già accaduto per il punto nascite, il tribunale o ancora la Serit».
«Il nostro comitato, nato lo scorso 15 Aprile, in maniera spontanea – dichiara nella nota la promotrice del gruppo a difesa della sede, Valentina Borzì – si pone l’obiettivo di sensibilizzare le coscienze e ribadire con forza quanto sia importante rimanere compatti, uniti, nella speranza di poter salvare un riferimento importantissimo per il nostro territorio. Dopo la prima assemblea cittadina, alla presenza dei candidati a sindaco della città ed il sit-in di protesta dinanzi la sede Inps di Paternò di viale dei Platani (cui hanno preso parte i sindaci del comprensorio, da Ragalna ad Adrano) chiediamo a tutti un ulteriore sforzo, combattere fianco a fianco portando avanti questa ennesima battaglia di civiltà. Non possiamo rimanere, ancora una volta, in silenzio. Non possono sottrarci, senza alcuna spiegazione, un servizio che andrebbe, inesorabilmente, a debilitare il territorio oltre che a mettere in serie difficoltà le categorie più deboli, dai pensionati ai disabili».
«Mezzi pubblici assenti. Strada pericolosissima e ad una sola corsia, se dovessero spostare la sede Inps Bronte, per noi sarà ancora più difficile ottenere l’erogazione di forniti dall’ente. Noi non ci stiamo», è invece il “grido” di Giovanni Arcidiacono che ha dato voce ai disabili e alle potenziali difficoltà che la categoria potrebbe essere costretta ad affrontare.
«Cosa altro vorranno toglierci? – commenta Salvatore Strano, pensionato paternese –. Dopo il punto nascite, il Tribunale, non sanno più cosa altro toglierci. Mancano solo la caserma dei Carabinieri di piazza della Regione e il Distaccamento dei Vigili del Fuoco, per completare il puzzle».
«Come non si può tenere conto di un fatto oggettivamente evidente a tutti: gli abitanti di Paternò corrispondono all’incirca a 48060 abitanti rispetto a Bronte che raggiunge i 19.172 abitanti. Quale sarà mai la vera ragione di questo eventuale spostamento? – il commento di Mary Prezzavento, del Comitato –. Scelte senza cuore, basti pensare a tutte quelle persone anziane, bisognose e sole, che dovranno pagare un taxi per andare a Bronte».