Con la legge n. 92 del 30 marzo 2004 il Parlamento italiano ha istituito il “Giorno del ricordo”, che viene celebrato il 10 febbraio per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra”. Questa tragica parte di Storia, seppure risalente al 1943, per i successivi decenni è stata intenzionalmente rimossa per circa sessant’anni dalla maggioranza dell’allora politica italiana, una parte per appartenenza ideologica e un’altra per convenienza di governo. Solo nel 2004 si è potuto forzosamente ufficializzare quello sterminio di connazionali. Per fare un paragone attuale con quei 60 anni, fu similare a come ancora oggi, in certe nazioni, per contrapposizione, si nega l’Olocausto. Si stima che almeno 10 mila italiani di ogni età, uomini, donne, bambini e persino gli animali domestici, furono gettati nelle Foibe, che sono profonde cavità carsiche.
MOLTO IN SINTESI QUELLO STERMINIO
Nel 1943, subito dopo l’armistizio dell’8 settembre tra Italia e Alleati si verifica il collasso del Regio Esercito italiano che in precedenza – poiché l’Italia fascista era stata alleata con la Germania nazista per reprimere le azioni della guerriglia partigiana – aveva accresciuto il risentimento della popolazione slava nei confronti degli italiani. Sicché quando i partigiani slavi, occuparono l’Istria, all’epoca abbandonata dai soldati italiani, uccisero centinaia di civili italiani, legandoli gli uni con gli altri con del filo spinato e fucilandoli o gettandoli pure ancora vivi nelle Foibe, cavità carsiche profonde anche decine di metri, dove morirono pure lentamente tra sofferenze indicibili.
Foibe, uno sterminio di connazionali rimosso per 60anni
Si ritiene che almeno 10 mila italiani di ogni età, uomini, donne, bambini e addirittura gli animali domestici, furono scaraventati nelle cavità carsiche. Altri 350 mila italiani furono costretti a fuggire anche da Fiume e dalla Dalmazia, con quel poco che riuscivano a raccogliere. Un esodo quasi biblico che li vide tuttavia in maggioranza abbandonati a loro stessi e marginalizzati dalla restante popolazione della Penisola e dalla neo Repubblica, in quanto ritenuti implicitamente avere in qualche modo legami con quel precedente governo italiano fascista tanto ormai additato.
Foibe, uno sterminio di connazionali rimosso per 60anni
Oggi diversi concordano nel ritenere che, ciò che viene adesso commemorato come un genocidio nazionale, in realtà fu un evidente sterminio premeditato dalla polizia politica iugoslava, l’Ozna, che nel 1945 entrò a Trieste. L’allora leader iugoslavo Tito, ordinò l’uccisione senza distinzione di tutti gli italiani dei quali anche lontanamente fosse sospettata una ideologia o un legame fascista. Con il tempo si è invece ritenuto che dietro quella ufficialità ci fosse stata invece la deliberata volontà di una generale epurazione etnica, attuata anche per vendetta nei confronti dell’operazione ‘’castigo’’ dei contingenti militari tedeschi (e quindi per assonanza nei confronti dei loro comunque alleati italiani) che nell’aprile del 1941 avevano radicalmente bombardato Belgrado uccidendo moltissime persone, poiché la Iugoslavia si era rifiutata di sottomettersi con un trattato all’asse Berlino-Roma.
L’OPINIONE
La Storia violenta, sanguinaria, vendicatrice e brutale, come anche gli stermini e i genocidi, purtroppo si ripetono ciclicamente e ancora oggi. Iniziano localizzati, dopo divengono sparsi, per poi quasi silenti allargarsi. E già più di una volta è accaduto che in modo incontrollato si diffondano su tutto il pianeta divenendo un conflitto mondiale. Pertanto, raccontare e, tanto più oggi con le tecnologie digitali, ricostruire e mostrare la verità, anche quando cruda, è assolutamente basilare. Al contrario, edulcorare, mistificare, dissimulare, se non anche eruditamente mentire, specialmente con gli adolescenti e questo in ogni campo, settore e tanto più con la storia umana e la conoscenza moderna, significa non mettere in guardia le nuove generazioni, ma anche non rammentarlo agli adulti, che c’è una parte cavernicola e oscura in noi primati-umani, la quale sembra quasi saltuariamente aspettare, paziente nel tempo, di essere slatentizzata.