Per l’omicidio di Carol Maltesi il killer reo confesso, Davide Fontana, si potrà avvalere della giustizia riparativa, una misura introdotta dalla riforma Cartabia che permette un percorso psicologico per cercare di riparare, davanti agli occhi della società, quanto commesso. Questo programma di recupero, dopo la richiesta avanzata dai legali di Fontana, è stato accettato dal Tribunale. Il food blogger, nel gennaio del 2022, uccise nella sua casa di Rescaldina, vicino a Legnano, la 29enne Carol Maltesi colpendola a martellate e sgozzandola. Sezionò il cadavere per gettarlo poi in un burrone.
Italia. Giustizia ‘riparativa’ per l’uccisore a martellate della donna
La famiglia della vittima: “Non lo incontreremo mai”. Davide Fontana potrà quindi sperimentare questo istituto legale introdotto non per sostituire il processo ma come modo per risolvere i conflitti e risanare il legame tra chi ha compiuto il reato e chi ne è stato vittima con l’aiuto di una terza figura imparziale, definita “mediatore”. Questa misura è stata fortemente voluta dall’Europa per cercare di ridurre il numero dei processi penali e spingere i rei confessi a una maggiore consapevolezza. La famiglia di Carol, tramite i legali, ha fatto sapere mediante il quotidiano il Giorno di non voler in alcun modo contatti con Fontana.
LA VICENDA
Davide Fontana, bancario food blogger di 44 anni, uccise la 26enne Carol Maltesi e ne disperse i resti, fatti a pezzi, perché si era reso conto che lei “si stava allontanando da lui, scaricandolo”. È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza depositata il 12 luglio dal Tribunale di Busto Arsizio, comune in provincia di Varese, che ha condannato l’assassino a 30 anni di carcere e non all’ergastolo, come era stato chiesto dall’accusa. La Procura aveva chiesto l’ergastolo con due anni di isolamento diurno per i reati di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere. Ma i giudici, dopo una lunga camera di consiglio, non hanno riconosciuto tre delle aggravanti contestate (premeditazione, crudeltà e motivi abietti e futili) mentre hanno riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti alle residue aggravanti. Fontana, reo confesso, aveva raccontato agli inquirenti di aver ucciso la vicina di pianerottolo Carol Maltesi colpendola in testa con un martello e tagliandole la gola tra il 10 e l’11 gennaio del 2022 mentre giravano un filmino hard nella casa di lei, a Rescaldina, in provincia di Milano. Aveva poi fatto a pezzi il cadavere, tentando, senza riuscirci, di dargli fuoco in un braciere. In un secondo momento il bancario e food blogger aveva congelato i resti della ragazza di 26 anni in un frigo comprato su Amazon e poi li aveva gettati in un dirupo tra i monti bresciani, a Borno, dove erano poi stati ritrovati in quattro sacchi di plastica nel marzo del 2022.
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Carol Maltesi, madre di un figlio piccolo, lavorava come commessa in un negozio di profumi, poi si era avvicinata al mondo del porno a pagamento attraverso il sito ‘Onlyfans’ col nome ‘Charlotte Angie’. Una perizia psichiatrica aveva accertato che l’imputato era capace di intendere e di volere. Inoltre per più di due mesi, dal telefonino della ragazza aveva risposto ai messaggi “nel tentativo di far credere che fosse viva”. Agli altri attori e agli amici che la cercavano aveva raccontato che “voleva cambiare vita, lasciare il mondo del porno”. Bugie ripetute fino all’interrogatorio della confessione. Lei, giovane e disinibita, massacrata perché lui si sentiva usato. Nelle motivazioni della sentenza si legge che l’uomo aveva capito che Carol voleva lasciare la provincia di Varese per trasferirsi tra l’Est Europa e la zona di Verona, dove abita il figlio di 6 anni.
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