Numeri lontani: mancano 5 voti favorevoli, ma non manca il dissenso
È convocato per domani, martedì 7 luglio, alle 19, in seduta straordinaria e urgente, il Consiglio comunale di Paternò, con un solo punto all’ordine del giorno: la sfiducia al sindaco Nino Naso. La sfiducia reca le 10 firme necessarie alla trattazione del punto in aula, tuttavia per avere successo, e quindi mandare il primo cittadino a casa, sono necessari 15 voti favorevoli in aula. Ai 10 firmatari (Gresta, Flammia, Ardizzone, Distefano, Lo Presti, Condorelli, Sinatra, Sciacca, Marzola, Paternò) se ne dovranno aggiungere altri 5 fra quanti sono in disaccordo con il capo dell’amministrazione, e in aula non mancano di certo.
Tuttavia, al momento la mozione sembra destinata all’insuccesso, anche perché sembra prevalere l’autoconservazione dello scranno. Da quanto trapela dall’intercetezza del momento, almeno due consiglieri non firmatari della mozione, in aperta rottura con il sindaco, non dovrebbero presentarsi in aula e, probabilmente, il dissenso con Naso prenderà la forma della non partecipazione alla seduta. Insomma, una conta che potrà anche essere utilizzata come rilancio sul tavolo da gioco, politico, magari già alla prossima partita sul bilancio di previsione.
Cauti i 5 Stelle promotori della mozione. Scrive la consigliera Claudia Flammia sul suo profilo Facebook: «Sarà un momento di verità, non per i 15 voti necessari ma tanto più per tutti coloro che fanno politica e poi chiudono le porte alla coerenza. Votare la mozione di sfiducia significa prendere atto di un progetto fallito. Noi non abbiamo paura di andare a casa». Aggiunge la vicepresidente del Consiglio comunale, Martina Ardizzone, sempre su Facebook: « La mozione di sfiducia è un serio atto di presa di coscienza. Assumiamoci le responsabilità di decidere: o si lavora per bene, o si va a casa! Noi siamo pronti». Probabilmente la mozione sarà un insuccesso. Ma, in politica, mai dire mai…