La bagarre nasce da un post della consigliera Claudia Flammia che ha chiesto misure idonee a prevenire il contagio dopo che un dipendente comunale è risultato positivo al Coronavirus
In tempo di guerra al Coronavirus, a Paternò, scoppia una nuova guerra: quella fra l’amministrazione comunale presieduta dal sindaco Nino Naso, ed il Movimento 5 Stelle. Alla giunta municipale non è andato giù un post Facebook pubblicato ieri dalla consigliera pentastallata Claudia Flammia, dal profilo personale (sotto gli screenshot), nel quale Flammia ha scritto che un dipendente del Comune di Paternò è risultato positivo al Covid-19 ed è quindi necessario informare quanti abbiano avuto possibili contatti con il dipendente per prevenire il contagio.
Un post suonato come fumo negli occhi al primo cittadino che ha riunito la giunta municipale nella stessa serata di ieri, in seduta straordinaria, per deliberare un’azione legale nei confronti della consigliera Flammia e della collega Martina Ardizzone (che è anche vicepresidente del Consiglio comunale) per procurato allarme e diffamazione. Ardizzone ha avuto la “colpa” di ricondividere il post della collega sul proprio profilo.
In un comunicato stampa dell’amministrazione comunale si legge: « NO ALLE BUGIE. LA GIUNTA COMUNALE PATERNESE DENUNCIA I CONSIGLIERI FLAMMIA E ARDIZZONE PER DIFFAMAZIONE E PROCURATO ALLARME. La Giunta Comunale, oggi riunita in seduta straordinaria, dichiara che non è possibile creare allarmismi e panico incontrollati in un momento di così forte apprensione per tutta la comunità, già provata da un’emergenza sanitaria e sociale senza precedenti.
E’ davvero inaudito come i consiglieri del Movimento Cinque Stelle Claudia Flammia e Martina Ardizzone – quest’ultima anche vicepresidente del Consiglio Comunale – dimentichino il loro ruolo istituzionale pur di attaccare in maniera pretestuosa un sindaco ed un’Amministrazione che sono in trincea ventiquattrore al giorno, sette giorni su sette anche la domenica, al servizio di Paternò con un impegno costante e quotidiano, profondendo tutta la passione e l’amore che questa città richiede: amministratori che hanno anche loro famiglie da tutelare. Alla luce di gravissime dichiarazioni apparse sui social network nella giornata di oggi 5 aprile 2020, l’Amministrazione ha deciso di querelare per procurato allarme e per diffamazione i consiglieri comunali Flammia e Ardizzone, a tutela di tutti i dipendenti comunali, della stessa Amministrazione e di tutti i cittadini, a garanzia della salute pubblica».
Non si è fatta attendere la controdenuncia da parte delle consigliere Claudia Flammia e Martina Ardizzone che in una nota scrivono:
«Dopo aver ricevuto una minaccia di querela per diffamazione e procurato allarme da parte del Sindaco e della Giunta Comunale, le sottoscritte cons. Martina Ardizzone e cons. Claudia Flammia si trovano costrette, dopo aver interloquito con i nostri legali, a rispondere alle accuse infondate promosse dall’organo esecutivo.
Non possiamo fare altro che presentare una contro querela per diffamazione a mezzo stampa nei confronti del Sindaco Antonino Naso e dell’intera Giunta Comunale composta da: Ignazio Mannino, Luigi Gulisano, Francesca Chirieleison, Salvatore Tomasello e Rosanna Natoli.
Vogliamo far presente che da parte nostra non vi è stata violazione di privacy di alcunché. Ciò che abbiamo fatto è stato semplicemente richiamare alla RESPONSABILITA’ dell’amministrazione, come abbiamo sempre perpetuato, considerato che adesso vi è la certezza che vi sia stato un caso positivo tra i dipendenti comunali. Ciò che esprimiamo nei nostri post, che sono tutt’oggi pubblici, è la non tollerabilità di prevedere ancora riunioni fisiche quando abbiamo chiesto, per motivi di sicurezza legittimi, riunioni in via remota, utilizzando gli strumenti tecnologici a nostra disposizione.
A noi interessa la tutela della salute dei dipendenti comunali e di tutti i volontari che hanno frequentato il palazzo, che hanno il diritto di conoscere lo stato dei fatti e non devono saperlo da noi tramite i social. A questo proposito, esprimiamo soddisfazione sul demandare la questione alle autorità giudiziarie proprio perché il nostro intervento è volto a verificare che il comune abbia seguito i protocolli di sicurezza previsti dalla Circolare n. 5443 del 22 Febbraio 2020 del Ministero della Salute, perseverando nel nostro ruolo di soggetti che tengono alle norme e alla trasparenza, e per questo motivo abbiamo protocollato una richiesta di accesso agli atti urgente in cui chiediamo se le disposizioni del Ministero sono state rispettate.
Ci teniamo, inoltre, a sottolineare che la dipendente in questione ha agito ottimamente, seguendo tutte le procedure del caso e che noi non abbiamo mai affermato il contrario. Detto ciò, non sappiamo se sia peggio aver ricevuto una minaccia per dei reati che non sussistono o vedere che la dichiarazione del Primo Cittadino sia volutamente fuorviante e non ufficializzi la notizia di un caso positivo tra i dipendenti comunali. In un momento storico come questo, tutto ciò che è stato scritto e dichiarato non passerà inosservato».