È scomparso a Paternò a 90 anni il fondatore del periodico “La Gazzetta dell’Etna”. Fu docente, giornalista e scrittore
Con Angelino Cunsolo se ne va una parte della memoria storica e sociale di Paternò, un intellettuale galantuomo d’altri tempi che lascia un vuoto difficilmente colmabile. Angelino Cunsolo, per tutti il professore Cunsolo, se n’è andato lentamente, in punta di piedi, quasi in antitesi col carattere irruente e volitivo che lo distingueva, ma coerentemente con lo stile garbato e rispettoso verso il prossimo. Malgrado ciò la sua morte ha sorpreso e addolorato i tanti che lo avevano conosciuto. Già malato da tempo, carico dei suoi 90 anni, da alcuni anni non aveva più potuto svolgere vita e attività pubbliche. I funerali si sono svolti questo pomeriggio a Paternò, nella chiesa di Santa Barbara.
Si dice che tutti siamo importanti ma nessuno è insostituibile, ma Angelino Cunsolo insostituibile lo era davvero, e lo abbiamo capito tutti da quando non era più presente nella vita pubblica e culturale di Paternò, specialmente nella veste di instancabile e insuperabile organizzatore di eventi culturali.
Personalità poliedrica, sintesi originale di docente di matematica, giornalista, studioso di patrie memorie, poeta, e animatore culturale, Angelino Cunsolo era nato a Biancavilla nel 1928 ma fu, fin da bambino, paternese di adozione, e Paternò e i paternesi li ha amati molto, dimostrandolo con il suo impegno costante e appassionato di giornalista e nella veste di direttore de “La gazzetta dell’Etna”, periodico da lui fondato del 1984.
Considerato il decano dei giornalisti di Paternò e mentore di giornalisti e studiosi in erba, il professore fu per antonomasia il corrispondente per il quotidiano “La Sicilia”, impegno che svolse per trentotto anni dal 1968 al 2006. Ma fu collaboratore di altre testate giornalistiche collaborando inoltre con scrittori, artisti e poeti.
A nostro avviso il meglio di sé lo ha dato con la sua “Gazzetta dell’Etna”, dove ha potuto esprimere al massimo le sue aspirazioni culturali, aprendo le pagine del periodico alla collaborazione di numerosi giornalisti, scrittori, e specialmente cultori di storia locale.
Attraverso “La gazzetta dell’Etna”, per trent’anni, è riuscito a produrre un vasto archivio di notizie di cronaca, eventi, attualità e importanti contributi per la storia di Paternò e del territorio etneo, in generale dando voce a fatti, racconti e memorie.
Un periodico insostituibile, quindi, il giornale del prof. Cunsolo, dove trovavano spazio i frutti di importanti ricerche storiche, che altrove non avevano spazio. Un prezioso archivio storico della nostra vita che resta a noi e alle future generazioni. Un uomo generoso, solidale, sempre pronto a condividere le sue intuizioni, animato da una curiosità mai fine a se stessa, genuina come quella dei bambini che sulle piccole domande costruiscono il loro mondo.
Quest’acume è emerso in lui precocemente, una foto scattata da un fotografo di strada, quando avrà avuto poco più di sei anni, lo ritrae con i libri in mano, un legame tangibile con la conoscenza che non scioglierà mai.
Malgrado ciò era una persona semplice, un sognatore ne abbiamo conferma fra i suoi numerosi scritti, nel suo romanzo “Don Cesare. Chiddru ca campau o scuru” una storia di redenzione con lieto fine e un indirizzo morale di tutto rispetto. La determinazione, era la molla della sua vita, anche negli ultimi anni quando gli acciacchi dovuti all’età lo debilitavano, l’entusiasmo, la voglia di fare, di progettare e continuare a scrivere non venivano minimamente fiaccate, era come portare avanti una missione, una missione speciale quella di narrare il suo territorio, la sua Paternò.
È stato un maestro e una guida per tanti che si sono avvicinanti al mondo del giornalismo, un grande sostenitore di giovani promesse: faceva, con orgoglio, l’elenco di quanti avevano iniziato a scrivere nella sua “Gazzetta” e poi si erano ritrovati cronisti per importanti quotidiani nazionali. Elargiva consigli e condivideva conoscenze, con diplomazia, anche nelle questioni dottrinarie, evitava di ingaggiare contese, ognuno – a suo dire – era libero di pensare come meglio credeva.
Spirito invitto, quando si metteva in testa qualcosa doveva portarla a termine e nella modalità che egli aveva stabilito, come quando, da inviato de “La Sicilia”, mosse mare e monti, ma riuscì ad esaudire il desiderio di un uomo, di modeste condizioni, di incontrare il Papa, e a luglio del 1969 lo condusse dinanzi al Pontefice, documentando dettagliatamente l’incontro tramite il quotidiano catanese.
Portava, con garbo, un vento di rinnovamento culturale autentico, impossibile eludere l’impegno intellettuale profuso in tanti anni, non solo a Paternò, la speranza è che il suo messaggio venga colto e perpetuato. Al professore Cunsolo sono stati conferiti anche il Premio “Giuseppe Fava” per il giornalismo, e il Premio “Aquila d’Argento”.