L’opposizione si arena sui 10 voti favorevoli
Con 10 voti favorevoli, 10 contrari e un‘astensione, non è passata la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Nino Naso approdata nel pomeriggio di ieri nella sala consiliare di Palazzo Alessi a Paternò. Un verdetto che giunge all’1:45 di questa notte dopo una seduta fiume di quasi 7 ore di dibattito spesso caratterizzata da toni accesi tra gli scranni dell’opposizione e quelli della maggioranza.
Un consiglio comunale, quello di ieri, che l’opposizione ha voluto sfruttare per mettere sui banchi del civico consesso argomenti spesso spinosi per l’amministrazione come i conti del comune, l’addizionale Irpef innalzata al massimo, la viabilità, le periferie, il centro storico, la riorganizzazione del personale, l’Ipab, lo sport, la cultura e tanto altro ancora. Problematiche rispedite al mittente da parte della maggioranza che, con i propri interventi, ha sostenuto ogni scelta portata avanti dall’amministrazione. Particolarmente acceso anche l’intervento conclusivo del sindaco Naso che non le ha certamente mandate a dire ai suoi oppositori. Un intervento, che ha avuto il sapore di relazione sul proprio operato, che secondo la normativa andava presentata annualmente al consiglio ma che, come in tante altre amministrazioni, difficilmente approda in in consiglio.
La mozione discussa fino a tarda notte, era stata presentata nelle scorse settimane da 10 firmatari (Gresta, Flammia, Ardizzone, Distefano, Lo Presti, Condorelli, Sinatra, Sciacca, Marzola, Paternò) che rappresentavano il numero minimo di consiglieri utili a far approdare nel civico consesso la trattazione della sfiducia. Per bloccare il prosieguo del mandato elettorale del sindaco Naso, ai 10 firmatari, si sarebbe dovuto aggiungere il voto favorevole di altri 5 consiglieri. Ma così non è stato. Una mozione che già sul nascere era destinata all’insuccesso quella promossa dal M5s paternese, il cui esito finale era già chiaro al momento della chiama dei presenti da parte del presidente Sambataro. Tre infatti gli assenti, di cui 2 componenti dell’opposizione che teoricamente avrebbero potuto supportare i 10 colleghi firmatari. L’esperienza delle cronache politiche sarà maestra anche questa volta? La bocciatura della sfiducia, renderà già dalle prossime ore ancora più forte la “vittima sacrificale” uscita indenne da questa lunga notte? Solo il tempo ci darà risposte.