Il sopralluogo è avvenuto nella giornata di oggi. All’interno dei due lotti erano realmente presenti delle persone
L’associazione “Ultreya Pedara”, ente capofila di un’associazione temporanea di scopo costituita con altre 3 organizzazioni di terzo settore del territorio, nella giornata di oggi, è finalmente riuscita ad effettuare il sopralluogo all’interno dei due immobili che figurano nell’elenco dei beni confiscati alla criminalità organizzata e alle mafie e che dovranno essere assegnati al mondo del sociale attraverso un bando promosso dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscai alla criminalità organizzata.
La richiesta di poter visionare i beni confiscati, era stata avanzata – così come da bando – da Annalisa Schillaci, presidente dell’ente capofila nel mese di agosto, senza però riuscire ad accedere agli immobili per conoscere l’esatto stato delle strutture. Un vicolo cieco, quello in cui si era imbattuto l’associazione, raccontato attraverso un nostro articolo dei giorni scorsi (rileggi l’articolo) e che aveva visto anche l’interessamento della Commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia che aveva acquisito l’intero incartamento inerente la vicenda.
Qualcosa, dopo la valanga di mail e Pec da parte dell’associazione, si è dunque mosso. All’interno dei due immobili – durante la visita da parte dell’Associazione – erano presenti soggetti che sembrerebbero essere legittimati a trovarsi dentro, ma che all’atto dell’affidamento del bene all’ente vincitore del bando dovranno lasciare l’abitazione. Gli occupanti avrebbero acquisito gli appartamenti in questione senza riuscire poi a formalizzare l’acquisto con un atto e nel contempo, il costruttore dell’immobile, è stato destinatario della confisca dei beni di cui era ancora il reale proprietario. Il rilascio di una dichiarazione ufficiale sulla vicenda è stata richiesta al responsabile del procedimento dell’Agenzia nazionale, che al momento non è ancora giunta alla redazione di Yvii24.
«Essere riusciti a vedere gli appartamenti ha significato riuscire a prevedere come meglio utilizzarlo in caso di assegnazione e verificare la rispondenza tra i servizi che intendiamo attivare e l’adeguatezza dell’immobile» ha detto Annalisa Schillaci, presidente dell’associazione “Ultreya Pedara”. «Dispiace ovviamente sapere che ci sarà qualcuno che dovrà lasciare quella che per tanti anni è stata la propria abitazione, ma anche queste sono le conseguenze di un sistema, quello mafioso, dove c’è sempre qualcuno che ne fa le spese» ha detto Annalisa Schillaci, presidente dell’associazione “Ultreya Pedara”.