L’avvocato Rosario Cattafi, nel 2012, sarebbe stato, secondo alcuni collaboratori di giustizia, la persona di collegamento fra Cosa Nostra, la politica, la massoneria segreta e gli ambienti dei servizi segreti. Con l’operazione ‘Gotha 3’ condotta dalla Dda di Messina e dai Carabinieri del Ros, Cattafi è finito agli arresti il 24 luglio 2012 su richiesta della Dda di Messina con l’accusa di capo dell’organizzazione mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto (ME). Condannato a dodici anni di reclusione, per effetto della diminuzione del rito abbreviato, dal Gup di Messina il 16 dicembre 2013, aveva ottenuto la riduzione della condanna a sette anni e l’esclusione dell’aggravante di capoclan dalla Corte di appello di Messina il 24 novembre 2015.
L’1 marzo 2017 la Corte di Cassazione, quinta sezione penale, accogliendo il ricorso del difensore di Cattafi, l’avvocato Salvatore Silvestro, annullò la sentenza con rinvio per nuovo giudizio alla Corte di appello di Reggio Calabria.
Nell’ottobre del 2021 Cattafi è stato condannato a sei anni di reclusione per mafia dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria con una motivazione che sottolineò il suo importante ruolo di cerniera fra Cosa Nostra e il potere legale, rideterminando la pena in sei anni di reclusione “Non ci sono dubbi” sul fatto che Rosario Pio Cattafi, almeno dall’ottobre del 1993 al marzo del 2000, abbia fatto parte della cosca mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), non solo come persona di fiducia del boss Pippo Gullotti (di cui era stato testimone di nozze) ma anche, dopo l’arresto di quest’ultimo avvenuto nel febbraio del 1998, come “riferimento di spicco dell’organizzazione” per gli altri affiliati e storici vertici, “assumendo compiti e rapporti con le Istituzioni deviate e i colletti bianchi“.
Ieri è divenuta definitiva la condanna a sei anni inflitta dalla Corte d’appello di Reggio Calabria per Rosario Pio Cattafi, accusato di far parte di Cosa nostra barcellonese fino al 2000 e considerato il trait d’union fra mafia e istituzioni nella provincia di Messina. Lo ha deciso la prima sezione penale della Cassazione (Presidente Monica Boni), poco prima delle 20 e dopo circa cinque ore di camera di consiglio, che ha rigettato il ricorso difensivo, confermando la sentenza – emessa in sede di rinvio dalla Corte d’appello di Reggio Calabria – di condanna a 6 anni di reclusione per associazione mafiosa, come anche sollecitato in udienza dal Sostituto Pg della Suprema Corte Assunta Cocomello e dalle parti civili. Cattafi è stato anche condannato a rifondere le spese sostenute dalle parti civili nel processo.
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