La comunità di Palazzolo Acreide è sconvolta dalla tragica vicenda che ha coinvolto il piccolo Vincenzo Lantieri, un bambino di 10 anni. Ne avevamo scritto due giorni addietro “Sicilia. Un bambino e morto dopo essere precipitato in un pozzo“ (in sintesi): durante una gita, il bambino è caduto in un pozzo artesiano in contrada Falabia, a cinque chilometri dal paese, profondo circa 15 metri, metà pieno d’acqua. Una 54enne animatrice di un campo estivo ha tentato di salvarlo, ma purtroppo il bambino non ce l’ha fatta. I Vigili del fuoco hanno recuperato il corpo senza vita del piccolo, mentre la donna è stata ricoverata sotto shock con lividi e contusioni. Una tragedia che ha colpito profondamente la comunità di Palazzolo Acreide, tanto che sono anche stati sospesi ogni genere di festeggiamenti. L’istituto comprensivo “V. Messina” di Palazzolo Acreide ha scritto “la comunità scolastica oggi è sconvolta da un gravissimo lutto: la prematura scomparsa del piccolo Vincenzo Lantieri frequentante la scuola primaria del nostro istituto. Un dolore profondo e ingiustificabile che colpisce tutti noi. Ci stringiamo in rispettoso silenzio e con un sentimento di vicinanza alla famiglia, ai compagni di classe e quanti hanno stretto con lui legami di amicizia e affetto”. Una vicinanza che tutto il Paese sta facendo sentire alla famiglia Lantieri. La madre di Vincenzo ha scritto un messaggio lancinante su Fb: “Il mio cuore si è fermato insieme al tuo cuore in quel maledetto pozzo, ti amo Vincenzo mio”.
Le indagini sulla morte del bimbo precipitato in un pozzo
La Procura di Siracusa, nella persona della Pm Sabrina Cambino che coordina le indagini dirette dal Sostituto procuratore Davide Viscardi, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo per consentire alle persone coinvolte di nominare un proprio legale. È stata nel frattempo fissata anche la perizia medico-legale nell’attesa di restituire il corpo del bimbo ai familiari. Sarebbero oltre una ventina le persone coinvolte nell’indagine, tra indagati e informati sui fatti, tra cui sei educatori che accompagnavano la comitiva, oltre a diversi tra i ragazzi, cui alcuni disabili, che erano anch’essi in visita alla fattoria didattica prevista dal campo estivo organizzato dalla Fondazione Anffas “Doniamo Sorrisi”. Sarebbe indagato anche il proprietario del terreno e fattoria su cui gravita il pozzo. Intanto ieri pomeriggio c’è stato un sopralluogo, nella zona della tragedia, da parte della procuratrice Cambino, e del sostituto Viscardi, insieme ai Carabinieri. Sono stati sentiti gli adolescenti presenti alla gita e gli amici del bambino deceduto. Le versioni a quanto si apprende sarebbero state contrastanti. È stato quindi disposto che vengano sentiti i responsabili dell’associazione. Le indagini sono affidate direttamente al Comando Provinciale Carabinieri di Siracusa comandato dal colonnello Gabriele Barecchia che sta personalmente coordinando le fasi investigative per accelerarne gli accertamenti. C’è anche un altro filone parallelo su cui si sta investigando, ovverosia la tempistica dei soccorsi, nonché chi era responsabile della sorveglianza dei bambini e, se il pozzo era messo in sicurezza.
Le indagini sulla morte del bimbo precipitato in un pozzo
Ancora la dinamica del dramma non è chiara. Da informazione, che però dovranno essere confermate dalle indagini ufficiali, pare che il bambino dopo che era precipitato nel pozzo, fosse riuscito a parlare con i genitori, chiedendo aiuto. Come anche che una delle educatrici, una 54enne, presente alla tragedia, ha provato a scendere lungo le pareti del pozzo, molto stretto, che nel primo tratto ha una serie di appoggi in mattoni. Tuttavia, forse presa dal panico, ha perso l’equilibrio scivolando. Nel pozzo ci sarebbe stata anche una mancanza di aria tanto che gli stessi soccorritori hanno avuto difficoltà di respirazione. Ci sono pure altre affermazioni che indicherebbero i soccorsi arrivati in ritardo di almeno due ore, aspetto che avrebbe impedito di salvare il bambino. Questo tragico evento richiama alla memoria l’incidente di Alfredino Rampi, un bambino di 6 anni che perse la vita in un pozzo artesiano nel 1981 dopo 60 ore di tentativi di salvataggio. Dall’associazione Rampi, che custodisce la memoria di Alfredino morto in un pozzo artesiano, arriva un’accusa: “Da Vermicino nulla è stato fatto per la prevenzione”.
Le indagini sulla morte del bimbo precipitato in un pozzo
Una ricostruzione sommaria dei fatti si potrebbe dedurre da quanto dichiarato dal sindaco di Palazzolo Acreide, Salvatore Gallo, che è stato uno dei primi ad accorrere sul luogo della tragedia “Non ci sono parole, siamo sgomenti per questa tragedia. lo mi sono subito catapultato sul luogo ed ho visto quel viso inerme. Era finita la giornata di grest e tutti i partecipanti si stavano accingendo a salire nei pulmini per essere riaccompagnati a Palazzolo. Vincenzo è salito in questo piccolo abbeveratoio e poi sulla botola in lamiera che copriva il pozzo. È stato invitato a scendere ma è stata tutta una questione di pochi secondi. Hanno ceduto i supporti verso il basso con il peso. Il bimbo è caduto nell’acqua. Hanno chiamato i soccorsi e l’educatrice è scesa così all’improvviso senza alcuna corda: i blocchetti di mattoni consentono di scendere. L’educatrice non ci ha pensato due volte. Quando ho visto che i soccorritori hanno tirato fuori la donna svenuta. È fortemente scioccata e amareggiata per non essere riuscita a salvare il bimbo».