Il Consiglio di Stato con una sentenza dello scorso maggio, n. 3940/2024, riferita a una contesa tra l’Autorità garante della concorrenza, il Comune di Castellaneta (in Puglia) e alcuni lidi, ha stabilito che la proroga delle concessioni balneari non può essere considerata legittima e bisogna mettere a gara le concessioni balneari scadute. Il riferimento è alla direttiva dell’Unione Europea, Bolkestein che ha imposto agli Stati membri la liberalizzazione del settore. L’Italia ha più volte rinviato l’applicazione di questa direttiva tanto da spingere l’Unione Europea ad aprire una procedura di infrazione: istanza alle Capitanerie per il rispetto della sentenza del Consiglio di Stato.
Adesso, scadute le concessioni, il Codacons ha presentato un’istanza alle Capitanerie di porto di Augusta, Gela, Mazara Del Vallo, Messina, Milazzo, Porto Empedocle, Pozzallo, Siracusa, Trapani, in cui si chiede di intervenire per garantire il rispetto della sentenza del Consiglio di Stato e consentire ai cittadini l’uso gratuito delle spiagge ubicate sul territorio di competenza.
Annota il Codacons “Nel 2006, la direttiva Bolkestein ha imposto agli Stati membri, in nome della concorrenza di mercato, la liberalizzazione del settore, con l’obbligo, pertanto, di mettere a gara le concessioni balneari e di eliminare il sistema di rinnovo automatico delle concessioni esistenti – scrive il Codacons nell’istanza – Nonostante quanto stabilito dall’Unione europea, l’Italia, nel corso degli anni, ha ripetutamente autorizzato le proroghe delle concessioni da parte dei Comuni, tanto da spingere l’Unione europea ad aprire una procedura di infrazione. In questo contesto è recentemente intervenuto il Consiglio di Stato, che con sentenza n. 3940/2024 ha stabilito che la proroga delle concessioni balneari al 31 dicembre 2024 non può essere considerata legittima. Sostanzialmente, il Consiglio di Stato ha affermato che le amministrazioni locali sono obbligate a disapplicare qualsiasi proroga che vada oltre il 31 dicembre 2023, proprio in ragione dei limiti stabiliti dal diritto europeo”.
Prosegue il Codacons “Appare evidente come, ad oggi, le proroghe delle concessioni balneari agli stabilimenti debbano essere considerate invalide. Non si intende qui negare che altra parte della giurisprudenza abbia ritenuto legittima la prosecuzione dell’attività degli stabilimenti in attesa di intervento legislativo: si ritiene tuttavia che la sentenza del Consiglio di Stato abbia correttamente interpretato la Direttiva Ue. Pertanto le spiagge italiane, in assenza di valide concessioni, poiché appartengono al patrimonio dello Stato, possono essere utilizzate da tutti i cittadini liberamente”.
Conclude il Codacons “I gestori di tali stabilimenti, ove titolari di concessioni scadute, nulla possono eccepire dinanzi al comportamento descritto. Corre dunque l’obbligo in capo alle Capitanerie di porto territorialmente competenti in base al Codice della navigazione (RD 327/1942) che assegna loro i compiti di controllo e vigilanza per garantire il rispetto delle norme sull’uso corretto del demanio marittimo, di adottare tutti i provvedimenti opportuni e necessari a monitorare, accertare ed eventualmente sanzionare l’utilizzo di concessioni balneari oggetto di proroga illegittima ai sensi e per gli effetti di quanto stabilito dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 3940/2024 ed in contrasto con quanto stabilito dalla Direttiva Bolkestein, garantendo in tal modo il pieno utilizzo delle spiagge italiane ai cittadini”.