L’Ente nazionale protezione animali chiede l’accesso agli atti per chiarire la situazione. L’Ufficio comunale dei diritti degli animali: «Nessun abbandono, ma affidamento alle associazioni»
Ventisei cani dimenticati dalle istituzioni. È la denuncia della Sezione Enpa (Ente nazionale protezione animali) di Adrano che punta l’indice contro il comune che avrebbe lasciato alla sola cura dei volontari il destino dei cani, attualmente ospitati all’interno dell’autoparco comunale di Contrada Naviccia, in un appartamento abbandonato. Fra i cani vi sarebbero anche alcuni cuccioli appena nati.
Secondo l’Enpa, che ha diramato una nota stampa, pur essendo di proprietà del Comune – come stabilisce la legge per tutti i randagi – gli animali sembrano essere stati completamente dimenticati dalle istituzioni e dalle autorità.
“Di questi 26 cani – prosegue l’ente – detenuti in condizioni assai poco compatibili con le loro esigenze e aratteristiche etologiche, ammassati come sono in spazi ristretti dove a stento riescono a condurre una vita dignitosa, si occupano solo alcuni volontari di Adrano, tra cui il responsabile della locale Sezione Enpa Salvatore La Rosa, con l’obiettivo di rimediare per quanto possibile alle evidenti inadempienze dell’amministrazione comunale”.
«La situazione – spiega lo stesso La Rosa – è degenerata nel tempo. Nel 2016, infatti, il comune ci aveva chiesto aiuto per alcuni stalli temporanei e noi avevamo offerto la nostra disponibilità, anche realizzando una struttura ad hoc. Ma poi non se ne è fatto più nulla. È invece accaduto che sistemazioni provvisorie, di fortuna, finissero per diventare definitive e che l’amministrazione comunale si sia via via disinteressata della sorte dei cani. Animali che, è doveroso ricordarlo, a norma di legge dovrebbero essere affidati alle cure di un rifugio e non certo stipati in ricoveri improvvisati o affidati a persone prive di qualsiasi referenza.
La logica conseguenza di una gestione così caotica e approssimativa – aggiunge La Rosa – è quella che molto spesso nessuno è in grado di dire a chi vengano affidati gli animali o che fine facciano, se ne vengano garantiti l’incolumità e il benessere, se non finiscano invece nelle mani di qualche malintenzionato».
L’Enpa sottolinea pure alcuni paradossi figli di questa situazione, come il cane deceduto il cui microchip non è mai stato aggiornato e che per l’anagrafe canina risultava essere ancora in vita.
“In questa situazione – prosegue la nota – l’Enpa di Adrano ha comunque continuato a seguire i cani nel loro esclusivo interesse, ma non ha mai smesso di sollevare il problema presso le autorità competenti. Da cui, però, non ha mai ricevuto alcuna risposta ufficiale. Ed è proprio per fare chiarezza e per mettere fine a tutto ciò che l’Ente Nazionale Protezione Animali ha promosso attraverso il proprio ufficio legale un accesso agli atti. L’obiettivo è capire come si sia potuto arrivare a tanto e, quindi, quali passi intraprendere per ripristinare finalmente la legalità”.
Abbiamo chiesto all’Ufficio comunale per i diritti degli animali (Uda), di dare una risposta all’Enpa. Di seguito la nota che ci è stata trasmessa.
In riferimento al comunicato stampa trasmesso dall’Ente Nazionale Protezione Animali, con la presente si precisa che i cani, ospitati temporaneamente presso l’autoparco comunale di Contrada Naviccia, sono stati tutti affidati alle associazioni presenti sul territorio, che ne hanno fatto espressa richiesta (U.P.A. ed E.N.P.A.), per cui si evince che non sono affatto fantasmi ma affidati, in tutoraggio, a persone che avrebbero dovuto prendersi cura degli stessi animali, i quali sono tutti microchippati a nome del Comune di Adrano. In effetti questi signori (tra i quali anche il La Rosa) hanno ricevuto una chiave per accedere all’autoparco comunale, onde poter fornire la adeguata assistenza (sia per il cibo che per le medicine forniti rigorosamente dall’ente comune) ai cani e procedere alla normale pulizia dei locali (che in effetti avviene quotidianamente).
Dei cani ospitati (poiché questo è quello che sta facendo il comune) ve ne sono ben 5 affidati al La Rosa (ENPA) il quale sta continuando (da circa 4 mesi) ad occuparsi di questi cani, senza tuttavia definire, nonostante gli inviti, alcun provvedimento di adozione (che dovrebbe essere il fine ultimo di ogni associazione di volontariato).
Questo Ufficio dei Diritti degli Animali (UDA) ritiene che la collaborazione attiva dei volontari di associazioni animaliste debba essere orientata al benessere degli animali di affezione senza alcun altro scopo. È per questo motivo che l’Ufficio usa il massimo discernimento soprattutto su determinate persone che mal agiscono in nome e per conto di operose, attive ed incontestabili vere Associazioni di Volontariato.