SeeSicily, come dice ancora oggi la pagine di presentazione “Benvenuti nella terra dove la vacanza non finisce mai”, è stato un progetto del precedente Governo regionale, di centrodestra, presidente nello Musumeci di Fratelli d’Italia (oggi ministro per la protezione civile e per le politiche del mare nel governo della premier Giorgia Meloni) e dell’assessore regionale del Turismo Sport e spettacolo Manlio Messina (oggi deputato e componente della 7ª Commissione Cultura, scienza e istruzione e del Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, oltreché vice-capogruppo vicario del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati) che prevedeva agevolazioni per i turisti che vogliono vedere la Sicilia.
La Corte dei conti apre un fascicolo sul buco di SeeSicily
Uno stanziamento di 25 milioni per pubblicizzare la venuta nell’Isola su Rai, Mediaset e carta stampata. Senonché a seguito di un accesso agli atti dell’Organo di vigilanza della Regione Siciliana da parte dei deputati regionali del M5s, si sarebbe verificato che tale progetto era stato gestito senza bandi di gara, senza una ricerca di mercato e senza una progettazione circostanziata. I deputati regionali dei 5stelle aggiunsero che quel progetto era stato un flop stando ai dati prodotti proprio dalla relazione dall’autorità regionale di controllo. L’allora assessore Manlio Messina su una nota emittente catanese contestò quanto era stato riportato da una relazione dell’Auditel, resa nota dai deputati regionali dei 5stelle, asserendo che anzi da gennaio del 2023, rispetto al 2019, anno del boom turistico per la Sicilia, si registrò un più 30 per cento di ingressi in Sicilia e che il tempo di permanenza dei turisti nell’Isola era passato da 2,6 notti a 3,2. Aggiunse che si sarebbe querelato i deputati regionali del M5s e i giornalisti che aveva dato voce nei loro articoli a quelle infondatezze.
La Corte dei conti apre un fascicolo sul buco di SeeSicily
Adesso è stato aperto un fascicolo dalla Procura della Corte dei conti (sezione giurisdizionale per la Regione Siciliana) per un buco in bilancio di oltre 10 milioni di euro che sarebbe stato provocato da quel progetto SeeSicily. I dieci milioni rappresentano il totale delle spese «rettificate», e dunque «non ammissibili», su 33,5 milioni di fondi certificati, che la Commissione Ue non riconoscerà alla Regione che li ha già spesi. L’ammanco sarebbe emerso dopo un lavoro di verifica sul sistema dei voucher per pernottamenti e servizi turistici previsti da SeeSicily, messo in discussione dalle istituzioni Ue, che hanno voluto vederci chiaro anche sulle spese per promozione, pari al 63% degli importi certificati dall’assessorato al Turismo. La ricognizione è firmata dalla dirigente generale dell’ufficio speciale Autorità di Audit di Palazzo d’Orléans. Sui 75 milioni stanziati dalla Regione ad aprile 2020 nella cosiddetta “finanziaria di guerra” anti-Covid, appena l’1,16% era andato alla misura principale dei voucher per i pernottamenti nell’Isola, con un investimento sulla comunicazione «rimodulato» dall’allora governo regionale di Nello Musumeci, con tre delibere diverse.