Franco Liotta incontra l’autore de La conquista in bilico sulla vetta senza nome che racconta la spedizione verso il Karakorum in Pakistan
Si è tenuta ieri sera ad Adrano, presso Palazzo dei Bianchi, la presentazione della seconda opera di Orazio Longo, giornalista, docente e musicista, dal titolo La conquista in bilico sulla vetta senza nome (Edizioni Efesto), con prefazione del giornalista e documentarista Stefano Ardito. Il dialogo fra l’autore e il giornalista Franco Liotta è stato promosso dalle Associazioni culturali “Incontro” e “ObBiettivo Adrano”, insieme ai periodici Parolibera e Bloc Notes, alla Pro Loco Adrano e all’Istituto Tecnico Statale “Branchina”. Diversi i partecipanti, che hanno accolto con grande entusiasmo l’introduzione dell’ultima creatura di Longo. La presentazione è stata accompagnata dalla lettura di alcuni brani tratti dall’opera.
L’origine del racconto è insita nel diario di uno scalatore, Antonio Capassi, amico dell’autore, il quale nell’estate del 1986 partecipò insieme ad altri alpinisti ad una spedizione, partita da Pescara, alla volta del massiccio montuoso del Karakorum, in territorio pakistano. Dopo un lungo viaggio i rocciatori giunsero presso una vetta alta 7.016 metri, situata in fondo al ghiacciaio Batura e fino ad allora inesplorata.
Abruzzo Peak è il nome che gli alpinisti diedero alla cima “conquistata”. La missione fu particolarmente difficile da affrontare e gli scalatori furono vittima di un incidente, che li costrinse a cambiare i loro piani. Tutto questo fa da sfondo all’opera di Orazio Longo, che con un pizzico di immaginazione unisce la realtà alla finzione, creando la trama romanzata del suo libro.
L’autore è alla seconda esperienza letteraria, dopo la composizione di Neanche a dirlo, era bellissima. Corti su carta. Longo ha sottolineato, durante la conferenza, il grande lavoro di ricerca dietro alla stesura del suo libro, ricco di riferimenti e citazioni, oltre che di fotografie originali della spedizione. Franco Liotta ha posto l’accento sulla profondità di scrittura di Orazio Longo e gli ha domandato se sia presente qualcosa di lui nel protagonista.
«Non c’è molto di me nel libro – ha risposto l’autore –. il protagonista è molto lontano da me. Tuttavia, vi è tutta l’esperienza che ho fatto in una vita, leggendo e vivendo».
A fine dibattito è intervenuto il professore Antonino Reina, che ai ringraziamenti ha aggiunto: «Orazio è un gioiello per Adrano. Bisogna valorizzare la cultura e tutto ciò che è ad essa collegato».