Ieri è stata presentata ai sindacati la bozza del decreto in discussione oggi nel Consiglio dei Ministri (convocato per questa giornata Festa del Lavoro) in cui rientra anche la riforma del Reddito di cittadinanza che sarà sostituito dal 1° di gennaio dall’Assegno di inclusione, un sostegno economico e di inclusione sociale e professionale che per il quale i beneficiari dovranno essere residenti in Italia da almeno cinque anni, gli ultimi due in modo continuativo.
L’assegno di inclusione potrà essere chiesto solo dalle famiglie nelle quali ci sono componenti disabili, minori o over 60 e potrà arrivare a 500 euro al mese moltiplicati per la scala di equivalenza fino a un massimo di 2,2 (si potrà salire a 2,3 nel caso di disabili gravi). La scala cambia e vale uno per il primo componente e 0,5 per ogni altro componente con disabilità, 0,4 per gli altri componenti over 60 o con carichi di cura, 0,15 per i bambini fino a due anni e 0,10 per gli altri minori.
La famiglia dovrà avere un Isee non superiore a 9.360 euro e un reddito familiare inferiore a 6mila euri annui (dove concorrono anche pensioni e compensi da lavoro sportivo dilettantistico) o 7.560 euro se il nucleo è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni e/o con disabilità.
La soglia massima dei 6mila euro annui viene incrementata in caso di affitto della casa di abitazione fino a un massimo di 3.360 euro annui moltiplicato per il parametro della scala di equivalenza dell’indicatore della situazione economica. L’assegno è erogato per un periodo continuativo non superiore a diciotto mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per periodi ulteriori di dodici mesi.
In caso di inizio di lavoro dipendente la retribuzione non è considerata nel reddito fino a un massimo di 3mila euro annui lordi.
Il patrimonio immobiliare, dove non rientra la fissa dimora, non deve superare i 30 mila euro di valore. Le auto non possono avere più di 1.600 di cilindrata, mentre le moto non oltre 250 cc immatricolati nei tre anni precedenti.
Per ottenere il beneficio economico si deve effettuare l’iscrizione presso il Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (Siisl). I beneficiari dovranno anche presentarsi per il primo appuntamento entro 120 giorni dalla sottoscrizione del patto di attivazione digitale presso i servizi sociali e poi ogni 90 giorni per aggiornare la propria posizione. In caso di mancata presentazione, il beneficio economico è sospeso.
I componenti del nucleo familiare di età compresa tra 18 e 59 anni attivabili al lavoro, invece, vengono avviati ai centri per l’impiego per la sottoscrizione del patto di servizio personalizzato.
La famiglia perde il beneficio economico se uno dei componenti rifiuta un contratto che preveda un periodo di lavoro di almeno un mese. Nel caso di contratti tra uno e sei mesi, invece, il beneficio è solo sospeso.
Per le persone tra i 18 e i 59 anni in situazione di povertà, non disabili e non impegnate in attività di cura, lo Strumento di attivazione, sarà operativo dal primo settembre del 2023.
Tale strumento avrà il valore di 350 euro ma sarà erogato solo nel caso in cui chi lo percepisce prenda parte ad attività formative o a progetti utili alla collettività per un periodo massimo di 12 mensilità. Il beneficio economico viene considerato come un’indennità di partecipazione alle misure di formazione lavoro.
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