Le accuse sono: associazione mafiosa, droga, estorsione, rapina, sequestro di persona, danneggiamento e riciclaggio
Cento Carabinieri del Comando Provinciale di Catania ed unità specializzate, dalle prime ore del mattino, stanno eseguendo in tutta la provincia un provvedimento cautelare emesso dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale etneo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 15 persone, ritenute appartenenti al “gruppo di Belpasso”, operante prevalentemente nel comune etneo, quale articolazione territoriale della famiglia di “cosa nostra” catanese Santapaola-Ercolano, ritenute responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina, sequestro di persona, danneggiamento seguito da incendio e riciclaggio, con l’aggravante del metodo mafioso.
Fra le 15 persone destinatarie del provvedimento anche il boss Carmelo Aldo Navarria che era a capo del sodalizio, scarcerato e rimesso in libertà nel 2014 dopo 26 anni di reclusione per sei omicidi. Negli anni ’80 Navarria era considerato lo “spazzino”, in quanto faceva sparire i cadaveri, del clan “Malpassotu” braccio armato della cosca capeggiata da Nitto Santapaola.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, hanno consentito di ricostruire l’organigramma del clan, di individuarne i capi ed i gregari. Gli investigatori hanno altresì documentato l’ingente volume di affari illegali del clan, riscontrando un diffuso condizionamento illecito dell’economia locale, il sistema di gestione dell’attività di spaccio di cocaina e marijuana nonché acquisito elementi di prova in ordine ad estorsioni consumate in danno di imprenditori locali alle rapine nei confronti di autotrasportatori al fine di agevolare l’organizzazione di appartenenza.
L’indagine, “Araba Fenice” è stata avviata dal Nucleo Investigativo di Catania nel 2015, svolta attraverso attività tecniche e controlli sul territorio allo scopo di monitorare le attività del sodalizio criminale e dei suoi associati dopo la scarcerazione di Navarria. Nel corso delle indagini è stato accertato che Navarria era tornato pienamente operativo al comando del “gruppo”mafioso alle dirette dipendenze di Francesco Santapaola, tratto in arresto dai Carabinieri nell’aprile del 2016 nell’ambito dell’indagine Kronos, quale reggente dell’organizzazione mafiosa Santapaola-Ercolano. Nonostante la lunga carcerazione, durante la quale aveva percepito lo “stipendio” e aveva continuato a guidare il gruppo di Belpasso attraverso i propri generi Gianluca Presti e Stefano Prezzavento, il ritorno di Navarria nel suo territorio, rappresentava l’occasione per riaffermare il proprio ruolo di referente locale della suddetta organizzazione mafiosa.
Gestione che avveniva anche con il fattivo contributo della moglie Patrizia Paratore, destinataria anche lei della misura cautelare in carcere per il reato di cui all’art. 416bis c.p. che, con la consapevolezza di aderire ai programmi ed agli scopi del sodalizio, ne favoriva l’esistenza e la realizzazione delle finalità criminali, mettendosi a disposizione del marito e degli altri associati organizzando incontri, recapitando comunicazioni, favorendo la latitanza del genero Stefano Prezzavento e, dopo l’arresto del marito, preoccupandosi delle sorti degli affiliati detenuti.
Le indagini hanno permesso di evidenziare le dinamiche operative del gruppo criminale per il controllo del territorio, mediante la realizzazione di reati contro il patrimonio, ricostruendo gli affari illegali del clan, nonché la responsabilità degli affiliati in ordine alla consumazione di due rapine con sequestro di persona, commesse a Belpasso il 14 gennaio ed il 3 febbraio 2015 in danno di autotrasportatori del settore alimentare, nonché di estorsioni nei confronti di imprenditori locali anche con danneggiamenti dei beni mobili aziendali, sempre per agevolare l’organizzazione mafiosa d’appartenenza.
Nel corso dell’attività investigativa e a riscontro dell’ipotesi accusatoria, il 20 novembre e 10 dicembre 2015, venivano arrestati 10 affiliati per estorsione pluriaggravata commessa dall’ottobre 2014 fino al 19 novembre 2015 in danno della ditta “Lavica Marmi s.r.l” di Belpasso, i cui titolari erano stati costretti a corrispondere il pagamento di una somma di 600 euro al mese a titolo di “pizzo”. Inoltre,il 22 marzo 2017, veniva fatta piena luce sulla scomparsa dell’imprenditore agrumicolo di Paternò Fortunato Caponnetto, con l’esecuzione di misure cautelari in carcere nei confronti di Navarria e di altri 3 affiliati per i delitti di omicidio e distruzione di cadavere avvenuti a Belpasso l’8 aprile 2015, delitti il cui movente consisteva nel rifiuto della vittima di sottostare alle pressanti richieste estorsive cui era sottoposto, rifiutandosi di assumere Navarria presso la propria azienda e licenziando la moglie di quest’ultimo, in precedenza assunta fittiziamente proprio su imposizione di Navarria, nonché in dissidi insorti con appartenenti ad altra associazione mafiosa a causa di un debito contratto da un congiunto della vittima per il quale Navarria avrebbe fatto da garante.
Dei 15 provvedimenti cautelari eseguiti (9 misure di custodia cautelare in carcere e 6 misure di obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria), 6 sono stati notificati in carcere nei confronti di altrettanti indagati già detenuti.
Elenco indagati:
1. Gaetano Doria, cl. 1969, già detenuto casa circondariale di Siracusa.
2. Michele La Rosa, cl.1971, associato casa circondariale di “Catania Bicocca”.
3. Rosario La Rosa, cl.1978, associato casa circondariale di “Catania Bicocca”.
4. Carmelo Aldo Navarria, cl.1962, già detenuto casa circondariale di Siracusa.
5. Patrizia Paratore, cl.1966, associata casa circondariale di “Catania Piazza Lanza”.
6. Gianluca Presti, cl. 1981, già detenuto casa circondariale di “Catania-Bicocca”.
7. Mirko Presti, cl. 1987, già detenuto casa circondariale di Siracusa.
8. Antonino Prezzavento, cl.1970, già detenuto casa circondariale di Siracusa.
9. Stefano Prezzavento, cl.1985, già detenuto casa circondariale di Siracusa.
10. Carmelo Salvatore Asero, cl.1957, sottoposto alla misura cautelare della presentazione alla P.G.
11. Simonetta Battaglia, cl. 1962, sottoposta alla misura cautelare della presentazione alla P.G.
12. Concetta Fichera, cl.1965, sottoposta alla misura cautelare della presentazione alla P.G.
13. Claudio Grasso, cl.1975, sottoposto alla misura cautelare della presentazione alla P.G.
14. Salvatore Leotta, cl.1964, sottoposto alla misura cautelare della presentazione alla P.G.
15. Giuseppe Nicosia, cl.1962, sottoposto alla misura cautelare della presentazione alla P.G.