Una chiesa gremita di fedeli, quella del Sacro Cuore di Biancavilla, che oggi pomeriggio ha voluto dare l’ultimo saluto al sacerdote biancavillese Salvatore Nicoletti, ritornato alla casa del Padre nella serata di sabato scorso. A presiedere le esequie è stato lo stesso Arcivescovo Metropolita di Catania Luigi Renna insieme a diversi sacerdoti del clero etneo, all’Arcivescovo Emerito di Catania Salvatore Gristina ed il vicario generale Mons. Salvatore Genchi. Una comunità biancavillese ancora attonita e sgomenta, quella che dalla serata di sabato ha continuato a rendere omaggio alla salma del sacerdote, dopo il suo decesso avvenuto pochi minuti dopo dal termine della celebrazione eucaristica che lui stesso aveva presieduto con le comunità Neocatecumenali, all’interno della “sua” chiesa dell’Idria, che per oltre un trentennio lo aveva visto sacerdote. Inutili, infatti, sono valsi i soccorsi prestati da diversi medici presenti in chiesa e dall’ambulanza del 118 giunta poco dopo.
«Guardiamo alla vita di padre Salvatore e comprendiamo il mistero della morte alla luce dell’eucarestia» ha detto l’Arcivescovo Renna durante la sua omelia. «Gli si addicono davvero le parole “venite a me che sono mite ed umile di cuore e troverete ristoro per la vostra vita”. Padre Salvatore ha imparato dal cuore di Cristo e lui stesso ha assorbito quella mitezza e umiltà di cuore che lo hanno reso la persona amabile e semplice che era. Che cosa è un presbitero?, ha poi continuato Renna. È un dono: è un dono fatto da Dio alla chiesa e all’umanità. Padre Nicoletti era un sacerdote sempre disponibile alle necessità della popolazione e delle comunità di Biancavilla. La vita di padre Salvatore è stata una vita offerta a Cristo e lo stesso Cristo ha parlato a noi attraverso di lui. La sua vita un dono, la sua morte, mi piace chiamarla il suo transito, un prolungamento dell’eucarestia. Dobbiamo dire grazie al Signore per avercelo donato».
Ma adesso, è il tempo dei ricordi. C’è chi, come il sindaco Bonanno (presente all’ultimo saluto), che lo vuole ricordare paragonarlo al “Don Camillo” dei nostri tempi, visto il suo girovagare in paese con la bici. O chi, come il fumettista biancavillese Marco Lanza lo ritrae su una nuvoletta, mentre percorre la sua ultima “via”. Per chi lo ha conosciuto sa bene, comunque, quanto poliedrica, profonda e travagliata sia stata la vita sacerdotale di Don Nicoletti, che travalica la sua passione per la bici o per il canto. Ma allo stesso tempo, forse ben cogliendo questo, è sempre il primo cittadino a definirlo un “gigante della fede” postando una foto che lo ritrae insieme ad un altro “santo” sacerdote quale il compianto padre Antonino Tomasello stroncato due anni fa dal coronavirus. Una fede maturata, quella di padre Nicoletti, arrivata nell’età adulta, da uomo che lavorava come marmista nell’azienda di famiglia e che svolgeva il ruolo di cameriere in una pizzeria del catanese per mantenersi gli studi al seminario. Una fede anche travagliata, soprattutto nella sua ultima fase, ma sempre rivolta a quel Paradiso del quale desiderava tanto prenderne parte ed a quel Dio e alla Madonna che tanto voleva incontrare.
E come se Dio avesse voluto esaudire il suo desiderio, “sorella morte” è giunta – come dicevamo – a conclusione di una santa messa, con ancora indosso i paramenti sacri, all’interno della quale ha lasciato forse il suo ultimo più grande insegnamento: il saper chiedere perdono. Un sacerdote che si forma nel periodo conciliare e che conosce il nascente Cammino Neocatecumenale che si iniziava a sviluppare nelle periferie di Catania per opera di Padre Pippo Pappalardo. Realtà, che lo vide anche itinerante in Calabria nel suo periodo di Diaconato. Esperienza di fede, quella del Cammino, che padre Nicoletti volle fortemente a Biancavilla – prima nella Basilica Collegiata e poi all’Idria – e che poi si diffuse in tutto il comprensorio. E come se non bastasse, come se zucchero non guastasse bevanda, padre Nicoletti è stato – in antitesi alla sua vita precedente al sacerdozio – un vero “operaio” del Signore che ha saputo coltivare il seme della fede in tanti giovani che proprio all’interno di quella piccola e forse insignificante parrocchia di provincia, hanno maturato la propria vocazione al matrimonio, al sacerdozio, alla vita consacrata.
«È bello vederci così numerosi soprattutto come fratelli e sorelle nella fede del nostro carissimo padre Nicoletti» ha commentato in chiusura l’Arcivescovo Emerito di Catania Salvatore Gristina. «Padre Salvatore è stato un dono del Signore alla comunità di Biancavilla e alla chiesa di Catania. Ciascuno di noi può in questo momento ricordare tante circostanze di incontro. Ciascuno di noi ricorda alcune caratteristiche di padre Nicoletti. È bene conservare questi ricordi e farli fruttificare nella vita. Il Signore ci rende tutti un dono l’uno per l’altro e Padre Nicoletti è stato un dono del Signore anche per me. C’è stato sempre impegno nel servire il Signore e per questo ho tanto affetto per lui. Come padre Salvatore è stato un dono del Signore, impegniamoci tutti a far fruttificare sempre più nella nostra vita il nostro amore alla chiesa, come la testimonianza di padre Nicoletti. Grazie padre Nicoletti – ha concluso Gristina -, prega per noi, soprattutto per noi sacerdoti. Che la tua vita possa essere uno dei doni che attendiamo dal Signore».
E se forse un ricordo personale potrebbe essere letto da alcuni come poco appropriato e a tratti poco distaccato dalla freddezza che spesso caratterizza il raccontare dei fatti da parte di noi giornalisti, soprattutto davanti a situazioni di morte, chiedo a voi lettori che mi sia permesso. Padre Nicoletti, anche per me, ha rappresentato quella guida instancabile che ha coltivato il seme della fede e della conversione. Dall’essere al suo fianco come ministrante durante tante celebrazioni, al suo avermi voluto ministro straordinario, alle discussioni in macchina al ritorno dalle convivenze dopo le immancabili preghiere, alle infinite consulenze informatiche per gli accessori tecnologici che acquistava senza tralasciare le parole di consolazione durante i tanti momenti di scoramento. Grazie, padre Nicoletti, per tutto quello che hai fatto per noi, anche se alcune volte non abbiamo ben compreso le tue scelte, anche se le tue omelie ci stancavano ma allo stesso tempo ci mostravano la bellezza dell’amore di Dio, anche se alcune volte non ti abbiamo saputo dimostrare l’apprezzamento per tutto quello che eri. Cristo Regni, padre Nicoletti, e preghi per noi da lassù.