L’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse (OPR) è uno strumento della Chiesa locale, per rilevare sistematicamente le situazioni di povertà, disagio e vulnerabilità sociale, nonché il sistema di risposte messo in atto per contrastarle. Quanto osservato e rilevato è a disposizione della comunità cristiana per l’animazione pastorale al suo interno e per l’animazione sociale e culturale verso la società civile.
CATANIA
La Caritas Diocesana di Catania presso il Museo Diocesano (Piazza Duomo) ha presentato il 5° Report dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse. Dall’analisi dei dati è emerso che la richiesta di aiuto ha continua a segnare una crescita allarmante: nel corso del 2022 i servizi della Caritas Diocesana di Catania hanno registrato 343.333 interventi, circa diecimila in più rispetto al 2021. L’elemento numericamente più significativo risiede tradizionalmente nella gestione della Mensa dell’Help Center della Stazione Centrale. Quotidianamente, festivi inclusi, gli oltre 300 volontari della Caritas Diocesana, operando in gruppi che coprono sette turni settimanali, preparano e distribuiscono pasti caldi e altri beni di prima necessità per circa 700 interventi alimentari, pari a 267.434 all’anno. Cresciuti anche gli aiuti del Centro di Ascolto dell’Help Center, passati da 2.465 a 3.796: si tratta di cura e igiene della persona, supporti economici (pagamento delle utenze, acquisto di titoli di viaggio), distribuzione di vestiario e coperte, servizi tecnologici (ricarica dello smartphone, prenotazioni online, redazione di curriculum vitae, telefonate, gestione della posta elettronica e/o l’invio email), orientamento presso le strutture di accoglienza.
I SERVIZI E I VOLONTARI DELLA CARITAS
Gli altri servizi comprendono il microcredito, la consulenza legale, la rete di accoglienza sanitaria, il centro di ascolto diocesano, il gruppo appartamento, le accoglienze e la messa a disposizione per gli sbarchi. Il senso dell’impegno di volontari e operatori è scandito dalle parole del direttore, Don Piero Galvano: “La Comunità ecclesiale, dinanzi alle molteplici povertà esistenziali, non può restare indifferente, ma si deve innanzitutto interrogare su cosa è possibile fare e, con l’aiuto della preghiera, deve impegnarsi a trovare risposte adeguate ai problemi del nostro tempo”.
Diverse centinaia di persone si presentano quotidianamente all’Help Center della Stazione Centrale per chiedere un aiuto di varia natura. Dai dati statistici registrati tramite il sistema OspoWeb di Caritas Italiana emerge che mediamente si tratta di uomini (66 per cento), privi di abitazione, con domicilio di fortuna oppure ospitati da amici e parenti temporaneamente (30 per cento), nella fascia di età compresa tra 34 e 54 anni (65 per cento). La provenienza, invece, è pressoché identica: 50 per cento gli italiani e 50 per cento gli stranieri.
L’ISTAT A FINE APRILE 2023 SULLA SICILIA
Alla fine di aprile 2023, nell’ultimo rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes 2022), l’ISTAT (Istituto nazionale di statistica, un ente pubblico di ricerca italiano che si occupa dei censimenti generali della popolazione, dei servizi e dell’industria, dell’agricoltura, di indagini campionarie sulle famiglie e di indagini economiche generali a livello nazionale) indicava la Sicilia al primo posto per rischio di povertà e al secondo per disuguaglianza del reddito. E gli indicatori segnavano che l’Isola è tra le regioni dove i cittadini maggiormente dichiarano che la propria situazione economica è peggiorata, o addirittura molto peggiorata, rispetto all’anno precedente. Ciò di tutta evidenza e quanto sopra, confuterebbe le propagande nonché gli innumerevoli “panem et circenses” (una locuzione latina usata nell’antica Roma per sintetizzare le aspirazioni della plebe e in epoca contemporanea in riferimento a strategie politiche demagogiche) dei politici siciliani e rispettive pletore di variegati “seguiti”. Qualche cosa quindi non starebbe andando bene nel sistema socio-reddituale siciliano malgrado gli investimenti del Pnrr e il turismo in notoria ripresa. Sarebbe meglio accorgersene adesso che ci sono ancora i soldi dell’Europa.
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