Colpita la cosca mafiosa “Cappello-Carateddi” con un sequestro di beni per oltre 1,5 milioni di euro
Ancora una incisiva azione nel catanese, quella di oggi, frutto di un articolata attività investigativa condotta da un gruppo di lavoro integrato tra personale della Divisione Polizia Anticrimine e della Squadra Mobile che ha portato un altro eccellente risultato. Il personale della Questura di Catania, nell’ambito delle attività istituzionali mirate al contrasto della criminalità organizzata operante nel territorio della provincia di Catania, finalizzate in particolare all’aggressione dei beni illecitamente conseguiti dai soggetti socialmente pericolosi, ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro ai fini di confisca, disposto dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione –nei confronti di Mario Strano, 52 anni e pluripregiudicato in atto detenuto, più volte sottoposto a misure di prevenzione personali e patrimoniali, appartenente alla cosca mafiosa“Cappello- Carateddi”.
In particolare, il Tribunale di Catania, accogliendo la proposta del Questore, ha disposto il sequestro di prevenzione di 3 appartamenti, 18 veicoli, di una società a responsabilità limitata semplificata a socio unico, intestata alla figlia, operante nel settore dei trasporti conto terzi e di numerosi rapporti finanziari, tutti riconducibili a Mario Strano. Gli appartamenti posti a sequestro, in particolare, sono stati trovati con arredi molto ricchi e sfarzosi con pareti a foglie dorate ed elementi di elevato pregio. L’indagine patrimoniale ha inoltre evidenziato la sproporzione tra i redditi formalmente dichiarati da Strano e dal suo nucleo familiare nell’ultimo decennio e i beni acquisiti. È stata accertata la disponibilità diretta e indiretta in capo al predetto di beni immobili, mobili registrati e di una società, frutto di guadagni illeciti.
Dall’analisi del profilo criminale di Strano, emerge la figura di un soggetto socialmente pericoloso, più volte sottoposto a misure di prevenzione, con una spiccata capacità a delinquere, come dimostrano i numerosissimi episodi delittuosi e le relative condanne definitive, di cui si è reso responsabile sin dalla minore età, molti dei quali di rilevante allarme sociale, quali omicidio, ricettazione, sequestro di persona, rapine, armi e l’appartenenza alle organizzazioni mafiose “Santapaola” prima e “Cappello” per ultimo, come dimostrato dalle numerose operazioni in cui lo stesso è stato coinvolto (“Orsa Maggiore”, “Fiducia 2” e “Revenge”).
Mario Strano è il fratello dei pregiudicati Giuseppe, Marco, Claudio e, soprattutto, di Alessandro, già organizzatore e promotore del sodalizio criminale “Santapaola”, con a carico condanne definitive per associazione mafiosa. Tra i numerosi collaboratori di giustizia che hanno reso dichiarazioni nei confronti di Mario Strano, risultano significative quelle fornite da Gaetano D’Aquino, il quale, oltre a rappresentarlo come personaggio di spicco legato alle attività delle estorsioni e degli stupefacenti nel quartiere “Monte Po”, lo definiva “uomo d’onore” per volere di Sebastiano Lo Giudice, u Carateddu. I collaboratori di giustizia raccontano anche del passaggio di Mario Strano dal clan Santapaola al clan Cappello-Carateddi a partire dal 2009, quando avrebbe addirittura suggerito al boss Lo Giudice le vittime santapaoliane da uccidere.
Da ultimo, il 14 agosto scorso, Mario Strano è stato tratto in arresto da personale della Questura di Palermo, per la violazione delle prescrizioni connesse alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale di P.S., in quanto trovato ad Altavilla Milizia presso l’hotel – villaggio “Torre Normanna”, senza preventiva autorizzazione, nonchè per resistenza e violenza a Pubblico Ufficiale. In quell’occasione, il personale della Polizia di Stato intervenuto, lo ha tratto in arresto, oltre che per la violazione della Sorveglianza Speciale di P.S., per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il valore presunto complessivo dei beni sottoposti a sequestro, ai sensi del D. Lgs. 159/2011 e succ. mod., ammonta a circa un milione e cinquecentomila euro.