Avvisi di conclusione indagini della Procura di Catania nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dell’appalto da 100 milioni
La Procura della Repubblica di Catania ha emesso ieri gli avvisi di conclusione indagini su quella che è una delle tante vicende di gestione illecita degli appalti – con tanto di etichetta “made in Sicily” – e che avrebbe mosso un volume d’affari di 100 milioni di euro per la gestione del Cara (Centro accoglienza richiedenti asilo) di Mineo. Per i magistrati Raffaella Vinciguerra e Marco Misogni, titolari del fascicolo d’indagine sotto la coordinazione del procuratore capo Carmelo Zuccaro, le ipotesi di reato avanzate sono quelle di corruzione per atto contrario ai doveri e corruzione di persona incaricata di pubblico servizio, oltre che alla turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
Una gara d’appalto che sin da subito non era andata giù nemmeno al presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone e che la bloccò generando il conseguente interesse da parte degli inquirenti a vedere chiaro su tutta la vicenda. Indagini che misero sotto i riflettori diversi nomi di rilevo del catanese, tra cui il sottosegretario Giuseppe Castiglione, Giovanni Ferrera ex dirigente alla provincia regionale di Catania e poi Direttore Generale del “Consorzio Calatino Terra d’Accoglienza”, Anna Aloisi attuale sindaco di Mineo ed ai tempi presidente del consorzio. A ruotare attorno a questi e tanti altri nomi, anche diversi enti riuniti in un’associazione temporanea di impresa denominata “Case della Solidarietà” con all’interno il consorzio Sisifo – che era stato preventivamente indicato come il soggetto giuridico che avrebbe vinto l’appalto – Senis hospes, La Cascina e Sol.Calatino. Nel mirino del provvedimento anche la Pizzarotti & C. SPA con sede a Parma che è la proprietaria del residence.