Il Tribunale di Catania ha accolto il ricorso di un migrante, sbarcato a metà settembre a Lampedusa e poi portato nel nuovo centro di Pozzallo, giudicando il recente decreto legge del Governo sulle espulsioni accelerate illegittimo in più parti. L’ordinanza della Giudice Iolanda Apostolico esplicita che la normativa interna, in vigore da una settimana, sulla garanzia finanziaria per evitare il trattenimento, è incompatibile con quella dell’Unione europea e va disapplicata dal giudice nazionale, perché non prevede una valutazione su base individuale della situazione di chi chiede protezione internazionale in Italia e proviene da un Paese cd. sicuro, come chiarito dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea – Grande Sezione- nella sentenza 8 novembre 2022 (cause riunite C-704/20 e C-39/21)”.
Per la Giudice le norme sulla detenzione dei richiedenti asilo provenienti da Paesi cd sicuri sono in contrasto con l’art. 10 comma 3 della Costituzione italiana che garantisce comunque il diritto d’ingresso del richiedente asilo (come chiarito anche dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione con la sentenza 26 maggio 1997, n. 4674). Nell’ordinanza del Tribunale di Catania si afferma, dunque, che “alla luce del principio costituzionale fissato da tale articolo, deve infatti escludersi che la mera provenienza del richiedente asilo da Paese di origine sicuro possa automaticamente privare il suddetto richiedente del diritto a fare ingresso nel territorio italiano per richiedere protezione internazionale”.
La deputata di FdI, Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione di Fratelli d’Italia ha dichiarato alla stampa “Il tribunale di Catania, non convalidando il trattenimento dei quattro tunisini soggetti alle nuove procedure accelerate di frontiera disposte dal governo, ha assunto delle decisioni politiche e ideologiche. Le ordinanze appaiono infatti poco ancorate al quadro normativo vigente e immagino che saranno impugnate dall’avvocatura dello Stato. Spiace dover constatare come ancora una volta si pieghi il diritto all’ideologia. Le sentenze sconfessano non solo e non tanto il decreto del governo, ma la normativa europea su cui il decreto poggia. La normativa europea consente l’attivazione di queste procedure secondo i criteri che sono stati pedissequamente rispettati dalla normativa italiana. Purtroppo, come già accaduto in passato, mentre il Governo lavora per fermare l’immigrazione illegale di massa e la tratta di esseri umani, una parte della magistratura ideologizzata fa di tutto per ostacolarlo”,
Anche il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna sulla decisione del Tribunale di Catania “Le sentenze si rispettano. Ho manifestato sempre le perplessità sulla istituzione di questi centri. Il fenomeno dell’immigrazione non si può affrontate solo con queste modalità. Aspettiamo, comunque, che il Ministero dell’Interno, dia indicazioni precise, atteso che non cambia la posizione collaborativa con tutte le istituzioni della città di Pozzallo, da sempre orientata a favorire le politiche dell’accoglienza e dell’integrazione2.
Il presidente dell’ANM Giuseppe Santalucia, commentando con l’ANSA la decisione del Tribunale di Catania che ha accolto il ricorso di un migrante giudicando illegittimo l’ultimo decreto del governo Meloni, ha detto “Noi non partecipano all’indirizzo politico e governativo, facciamo giurisdizione. È fisiologico che ci possano essere provvedimenti dei giudici che vanno contro alcuni progetti e programmi di governo. E questo non deve essere vissuto come una interferenza, questa è la democrazia”.
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