Nella mattinata di ieri personale dell’U.P.G.S.P. di Catania ha tratto in arresto un cittadino senegalese, regolare sul territorio italiano e incensurato, colto nella flagranza del reato di estorsione con il metodo del c.d. “cavallo di ritorno”; lo stesso è stato, inoltre, denunciato in stato di libertà per il reato di ricettazione.
Intorno alle ore 8,30 si presentava agli uffici di Polizia un uomo che denunciava il furto del proprio telefono cellulare, subìto il giorno precedente. La vittima riferiva inoltre che, grazie a un’applicazione installata nel proprio telefono, era riuscito immediatamente a individuare il luogo dove lo stesso era stato nascosto, ovvero un’abitazione in zona San Cristoforo, dove riusciva a prendere contatti col responsabile del furto.
Questi ammetteva il possesso del telefono, pretendendo la somma di cento euro per la sua restituzione. L’uomo, non volendo prestarsi all’estorsione, si rivolgeva alla Polizia di Stato. In effetti, all’appuntamento per la consegna del denaro, si presentavano i poliziotti delle Volanti i quali, non appena l’estortore apriva la porta, facevano irruzione all’interno dell’abitazione immobilizzandolo.
Accertamenti esperiti nell’immediatezza dei fatti permettevano di riscontrare quanto dichiarato dalla vittima: all’interno dell’appartamento, infatti, veniva ritrovato il telefono cellulare rubato il giorno prima, insieme a numeroso materiale ritenuto di provenienza furtiva: 47 smartphone; 3 televisori di ultima generazione; 3 orologi interattivi; 59 cavetti usb; 1 Playstation; 1 cassa bluetooth; 1 stampante; 6 tablet; 2 notebook; diverse borse da donna ancora confezionate, oltre a vari documenti di identità, carte bancomat e permessi di soggiorno, oltre alla somma di seicento euro in contanti. Tutto il materiale ritrovato veniva prontamente sequestrato.
L’uomo veniva tratto in arresto e, su disposizione del P.M. di turno, condotto nel carcere di piazza Lanza a Catania in attesa dell’udienza di convalida. Sono al momento in corso mirati accertamenti finalizzati sia a verificare la provenienza di tutto il materiale ritrovato a casa dell’arrestato.
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