Il clima è un argomento di una complessità notevole, tanto che i fattori che lo influenzano sono sia terrestri, quali, ad esempio, le grandi correnti oceaniche che impiegano mezzo millennio per percorrere l’intero pianeta, fino ad eventi extraterrestri, innanzitutto il sole e poi persino l’esplosione di una supernova nell’universo i cui raggi cosmici nella nostra atmosfera possono intensificare la formazione di nuvole. Ma di ciò magari tratteremo più specificamente in un altro articolo.
Qui indugeremo sul cambiamento climatico in corso che è iniziato da circa un secolo e mezzo con una ciclica mini era calda, a sua volta, di certo, accelerata dalle attività antropiche e dall’aumento esponenziale della presenza umana, basti considerare che solo nei primi del 1900 gli abitanti della Terra erano 1,6 miliardi, nel 2013 erano più di sette miliardi e nell’odierno 2023 hanno superato gli 8 miliardi di individui (contribuiscono l’Africa, l’Asia soprattutto sud orientale e l’America Latina e caraibica, mentre in Europa l’incremento demografico risulta stabile seppure è il secondo continente più densamente popolato).
Tuttavia, indipendentemente dalla presenza dell’essere umano, questo clima caldo ci sarebbe stato comunque, come analogamente è avvenuto periodicamente in passato con caldissime o freddissime macro ere (oggi siamo in una macro era glaciale che dura da circa 2 milioni e mezzo di anni), intercalate nel loro scorrere da medio ere millenarie (come quella attuale temperata iniziata circa diecimila anni addietro) e queste a loro volta inframmezzate nel loro passare da mini ere fredde o calde della durata di alcuni secoli. Un esempio eloquente di queste ultime è stata la cosiddetta mini era glaciale tra l’inizio del 1300 e la metà del 1800, definita tale poiché il freddo è stato intenso in quei secoli tanto che, ad esempio, in più di un caso il Tamigi e la Laguna di Venezia ghiacciarono rimanendo per un po’ percorribili dai carri trainati dai buoi, oppure immensi eserciti come quello Ottomano furono annientati dal freddo durante ben due assalti alla città di Vienna. All’inverso, si rammenta brevemente la mini era calda dal 300 a.C. fino al 100 d.C. che consentì all’impero romano di espandersi in quasi tutto il mondo all’epoca conosciuto, come anche permise al noto condottiero cartaginese Annibale, nel settembre del 218 a.C., di attraversare le Alpi con un esercito di 30 mila fanti, 5000 cavalieri e 37 elefanti in quanto evidentemente i ghiacciai alpini per il caldo si dovevano essere ritirati parecchio verso le cime più alte.
Ma a noi interesse in questo momento l’ultima mini era calda – prima di questa nostra – verificatasi tra l’850 e la fine del 1200, inizialmente l’epoca dei Vichinghi che, grazie al caldo di quei secoli, dalla Norvegia giunsero in Europa, come anche nell’est della Russia, nel Nord-Africa e, addirittura si reputa in Groenlandia attraversando l’oceano atlantico del Nord facendo tappa in Islanda. Quell’arco di secoli è stato anche l’epoca delle Crociate che furono probabilmente pure un modo per smaltire l’aumento demografico dei quel periodo dovuto a complessive migliori condizioni di vivibilità climatica specialmente nell’Europa del centro-nord, tanto che si racconta di un clima mediterraneo sulle coste del mar del Nord e di quello Baltico.
E SIAMO ARRIVATI AL PUNTO.
Abbiamo bisogno sollecitamente di conoscere i particolari del clima di quell’epoca – tra l’850 e la fine del 1200 – dove ha colpito, come e quando. E solo degli studiosi esperti conoscitori dei testi di quei secoli possono dirci.
Questo aspetto potrebbe salvare oggi tante vite e risparmiarci anche qualche grave disastro, anche spostandosi per tempo. C’è infatti una regola nella scienza moderna quando si parla di Natura geologica e climatica: quello che è accaduto molto probabilmente, anzi quasi certo, si ripeterà.
Dobbiamo sapere dalla Storia di quei secoli, disponendo oggi pure di eventuali conferme che ci danno i geologi i quali ormai, in linea di massima, possono leggere, pure grazie alla tecnologia moderna, gli strati del terreno come fosse un libro aperto, ma anche coadiuvati da altre branche dell’odierna scienza moderna, cosa accade in quei tempi.
Questo clima non muterà per almeno i prossimi tre secoli poiché in genere le mini ere calde sono durate dai 4 ai cinque secoli circa e noi siamo solo al primo secolo e mezzo. Quindi non saremo risparmiati per ancora tanto tempo con l’aggravante che la popolazione rispetto ai primi secoli dell’anno mille è passata nel mondo dai 255 milioni agli attuali otto miliardi e ha occupato aree del pianeta che prima erano dell’acqua, di fiumi e del mare. Potrebbe essere una decimazione umana nel corso dei prossimi anni a causa di eventi climatici ancora più estremi di quelli attuali.
Sicché, nel mentre che si mettono in campo della iniziative globali (ancora da comprendere se saranno in parte efficaci) per contenere l’aumento della temperatura, sarebbe ragionevole ed intellettualmente onesto, chiedere a storici esperti del medioevo (inizio 476 d.C con la caduta del Sacro Romano Impero di Occidente e fine con la scoperta dell’America nel 1492) in particolare dell’ultimo periodo dell’alto medioevo (476 al 1000 d.C.) e poi della prima parte del basso medioevo (dal 1000 al 1492 d. C), tutte le possibili e minuziose informazioni sulle alluvioni e incendi che colpirono il mondo in quel tempo, così eventualmente, tentare almeno di prepararsi (persino spostarsi) in quei luoghi dove sono avvenuti.
Questa, si ritiene, sia l’unica certezza al momento realistica per far fronte agli estremi climatici in corso, il resto tutto da vedere, ma attendere ancora potrebbe essere poi tardi, anzi pure molto tardi, per tanti cittadini.
Nell’immagine di copertina una delle tante alluvioni (Catania ottobre 2021) che nell’ultimo secolo ha colpito la Sicilia, foto che purtroppo possono ormai valere per qualsiasi luogo del mondo.
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