“Ringrazio il dottor Salvo Spadaro, coadiuvato da un’équipe meravigliosa formata da persone umili, professionali, disponibili e soprattutto umane”
In un periodo in cui abbiamo dimenticato cosa significa il calore di un abbraccio o la forza di potersi stringere la mano, c’è chi non ha dimenticato di dire grazie a medici, infermieri e personale ospedaliero che quotidianamente rischia la propria vita all’interno dei reparti Covid e delle terapie intensive per salvare la vita a pazienti con criticità legate al Sars-Cov2. Personale sanitario, quello del reparto Covid di Biancavilla – diretto dal dott. Maurizio Platania – che qualche settimana fa ha contribuito a rendere differente il giorno del 59mo compleanno di una donna ricoverata nel nosocomio biancavillese a causa della complicanze del virus, recapitandole una torta comprata dai familiari e festeggiando con lei un compleanno insolito che sarà ricordato per tutta la vita (rileggi l’articolo).
Lei si chiama Giusy D’Alì, 59 anni, di Ragalna, con una fede maturata all’interno del Cammino Neocatecumenale e che non ha perso un solo istante – una volta ritornata a casa seppur ancora positiva al coronavirus – per ringraziare quegli “angeli senza volto” che con turni massacranti e spesso sottorganico, riescono ad essere eccellenze e veri eroi della sanità italiana. “Ho voluto dare questa testimonianza” spiega la signora, “perché penso che di brutte notizie che mettono in cattiva luce gli ospedali ne sentiamo parecchie. È però corretto elogiare questi medici e infermieri che sono in prima linea e che rischiano la propria vita per gli altri. Penso che è una bella vittoria, per loro, quando i pazienti possono tornare a casa a riabbracciare i loro cari”.
La 59enne ragalnese, aveva fatto accesso al reparto Covid del Maria Santissima Addolorata giorno 11 gennaio, con una situazione critica. “Sono entrata in questo ospedale con insufficienza respiratoria, febbre tosse e polmonite bilaterale. Pur avendo l’ossigeno h24 facevo fatica a respirare e pensavo fosse arrivata la morte. Giorno 16 gennaio ho festeggiato il compleanno in corsia, circondata da meravigliosi angeli, infermieri e operatori, che mi hanno donato un po’ di gioia in un momento buio, facendomi sentire a casa. I primi giorni vedevo tutto il personale vestito con le tute bianche e mi sembravano tutti uguali. Man mano ho imparato a riconoscerli dagli occhi, dall’altezza e da quello che svolgevano”.
Una squadra che ha come unico obbiettivo quello di curare i tanti pazienti che in questi lunghi mesi hanno occupato le corsie dell’ospedale biancavillese riconvertito in struttura Covid. “Ho conosciuto e ringrazio il dottor Salvo Spadaro” continua Giusy D’Alì, “coadiuvato da un’équipe meravigliosa formata da persone umili, professionali, disponibili e soprattutto umane. Ci hanno trattato con amore ed era bello e confortante quando entravano nella stanza portando, malgrado i loro problemi, un po’ di gioia spensieratezza e tanta speranza per noi che stavamo male. Tutto questo è la seconda medicina per chi si trova nella sofferenza. Oggi dico grazie a tutta l’equipe a partire dai medici, infermieri, psicologi e operatori sociosanitari”.