Secondo la Relazione del 25 giugno u.s. al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, il consumo di sostanze psicoattive tra i giovani è in crescita, ad eccezione della cannabis che ha visto una flessione rispetto al 2022. In particolare, rispetto all’anno precedente, aumentano le percentuali di studenti tra i 15 e i 19 anni che riferiscono di aver usato almeno una volta nel corso dell’anno cocaina (dall’1,8% al 2,2%), stimolanti (dal 2,1% al 2,9%), allucinogeni (dall’1,6% al 2%) e nuove sostanze psicoattive (dal 5,8% al 6,4%). La relazione segnala anche un incremento nella purezza di alcune sostanze, come la cocaina base (crack), dove il principio attivo è salito dal 57% all’87% nel periodo dal 2017 al 2023.
Due particolari inquietanti: nel 2023, si è registrato un aumento sia nei consumi di sostanze stupefacenti sia nei reati penali correlati. In particolare, il consumo di sostanze psicoattive tra i giovani tra i 15 e i 19 anni è cresciuto rispetto all’anno precedente; si è osservato un aumento del coinvolgimento dei minorenni nella produzione, nel traffico e nella detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Il numero di minorenni denunciati per reati penali correlati alla droga è aumentato del 10%. Papa Francesco il giorno dopo la sopracitata relazione, durante un’udienza generale, ha definito gli spacciatori e trafficanti di droga “assassini”.
Le droghe sul mercato sono parecchie e ne arrivano di nuove, Le Forze dell’ordine ne scoprono continuamente e dai rispettivi rapporti appare evidente che non solo aumentano gli spacciatori, persino persone incensurate e insospettabili (eloquente un caso di uno che aveva addirittura investito sull’affare della confezione della droga impegnando due case di proprietà e acquistando degli strumenti al fine), ma anche sono in notevole crescendo gli assuntori, come peraltro anche sottolinea la relazione del Parlamento sopracitata.
La cocaina (quanti di tutta evidenza “schizzati” a tutti i livelli pubblici-politici, sociali, estrazione, età e genere, almeno non ci facessero anche la morale) è la droga più utilizzata in Italia, secondo uno studio condotto dal Mario Negri Institute. Secondo stime recenti, durante la stagione estiva, saranno circa 9 milioni di italiani a caccia degli “sconti nei saldi estivi di cocaina” con una spesa media comunque di circa 100 euro a persona.
Il procuratore Nicola Gratteri, prima al Tribunale di Catanzaro e adesso a quello di Napoli, in una recente intervista di febbraio c.a. ha detto che la cocaina ha inondato l’Europa e l’Italia. Proviene principalmente dalla Colombia, dalla Bolivia e dal Perù. La sua composizione è tutt’altro che innocua. Per ottenere la polvere bianca, le foglie di coca vengono frullate con un decespugliatore. Successivamente, se l’impasto è molle, si aggiunge cemento da costruzione e si fa macerare nel gasolio. In mancanza di gasolio, si utilizza anche l’urina di maiale. Infine, vengono aggiunte varie sostanze chimiche, dall’acetone all’etere.
La cocaina ha gravi conseguenze sul sistema cardiocircolatorio. Negli ultimi decenni, si è verificato un forte aumento degli infarti correlato al suo consumo. La produzione di cocaina è talmente aumentata che oggi costa la metà dell’eroina prodotta invece nei paesi orientali asiatici (l’eroina una vota veniva iniettata con l’ago, ma con i drammatici contagi degli anni scorsi, specialmente da AIDS: sindrome da immunodeficienza acquisita; causata da aghi contaminati da altro sangue infetto, adesso viene sniffata, ma ciò non ne riduce la pericolosità). Inoltre, la cocaina costa la metà dell’eroina.
Si comincia perché nel gruppo propone qualcosa di diverso e qualcuno ci prova magari per curiosità. Oppure ci sono grossi spacciatori che la diffondono inizialmente durante eventi o spettacoli tra giovani in modo gratuito per “fidelizzare”, specialmente tra i giovani, ma anche adulti, emergenti o che sanno poi possono pagare (o assoggettarsi, oppure prostituirsi, ecc.). Per diversi comincia così a diventare un’abitudine con gravi danni a cominciare dal cervello. La maggior parte dei consumatori assume la cocaina per via nasale in una manciata di secondi, altri la fumano (altri la spargono persino sui genitali essendo parti irrorate per farla assorbire più in fretta), il tutto con l’impressione di un profondo benessere che conquista tutto il corpo, tanto che ci si sente più lucidi e disinibiti e il desiderio sessuale aumenta mentre si riduce la percezione della fatica, il bisogno di dormire e di mangiare. Ma finito l’effetto sopraggiunge l’ansia che spinge ad assumere un’altra dose per tornare in alto e così sniffata dopo sniffata si va dritti verso la tossicodipendenza.
I microcristalli di cocaina aspirati passano nel sangue superando le difese del cervello per giungere in una zona profonda che controlla ogni volta che viviamo un’esperienza gratificante. I neuroni di quest’area vengono stimolati a produrre il messaggero chimico responsabile delle sensazioni piacevoli che proviamo: la dopamina che è legata ai meccanismi di ricompensa e piacere per cui è in grado di rafforzare quelle che sono le esperienze piacevoli. La cocaina interviene su tale complesso meccanismo impedendo ai neuroni di riassorbire la dopamina, una volta che questa ha assolto la sua funzione stimolante. In questo modo si genera un accumulo abnorme di dopamina che rimane in circolo e scatena nel cervello una sensazione di euforia. Quando si diviene consumatori abituali, le immagini fornite dalla PET (Tomografia a emissione di positroni) confermano che il loro cervello appare meno sensibile e decisamente più spento. In sostanza, in risposta alle continue valanghe di dopamina che investono il cervello dei tossicomani, si riduce il numero dei recettori cui la dopamina si aggancia per produrre la sensazione di euforia. Il cervello pertanto non può mantenere la naturale sensibilità del mangiare, parlare, godere, ecc. sicché tutte queste manifestazioni che prima erano vissute anche con piacere, divengono ponderose poiché il cervello va divenendo sempre più insensibile.
Si istaura a quel punto un rapporto devastante per la persona, in quanto la conseguente depressione nell’individuo può essere compensata in un breve periodo che si va sempre più assottigliando dall’uso e abuso della droga. L’unico pensiero ossessivo e compulsivo divien la ricerca della dose mentre tutto il resto va scomparendo inesorabilmente dalla vista della ragione. Si smette persino di mangiare, bere di lavarsi i denti, pettinarmi, l’unico desiderio è di ritrovare il piacere delle prime assunzioni di droga per sfuggire alla malinconia, prostrazione, baratro interiore. L’agitazione può anche si trasformarsi in paranoia, tanto che alcuni si chiudono in casa per delle vere e proprie abbuffate di droga che durano due o tre giorni, fino a quando il cuore o il cervello fatalmente cede. Non a caso i ricoveri per abuso di cocaina sono in aumento. Fare a meno di questa droga per molte persone appare impossibile, e la percentuale di ricaduta tra coloro che cercano di smettere è del 75%.
È importante notare che l’uso combinato di alcol e cocaina può produrre una reazione chimica pericolosa, formando il cocaetilene (un estere etilico della benzoilecgonina. È strutturalmente simile alla cocaina, che è l’estere metilico dello stesso composto chimico. Si forma in vivo nel fegato quando cocaina e alcol etilico sono contemporaneamente in circolo nel sangue), che potenzia l’effetto della cocaina e aumenta la gravità dell’astinenza.
In effetti, anche questa incapacità a controllarsi, oltre ad avere una componente psicologica si spiega con la disordinata attività cerebrale dei tossicodipendenti. In un esperimento ad alcuni tossico in cura, viene mostrato loro un filmato in cui delle persone fanno uso di cocaina e soltanto lo stimolo visivo della droga fa rinascere in questi individui una voglia irrefrenabile di consumarla. Da studi si è visto che, al solo pensiero della cocaina, in una particolare area del cervello c’è un cambiamento nelle zone frontali (quelle responsabili dei processi decisionali e di controllo del comportamento). Queste zone attivano nel cervello una tale fame della droga da rendere facile il superamento di qualunque impedimento, morale, sociale o legale che possa ostacolarne la soddisfazione. La sola speranza per queste persone è che la scienza moderna insieme ad una terapia comportamentale nonché l’assistenza psicologica, giunga a realizzare dei farmaci percorsi in grado di contrastare l’azione devastante della cocaina sul cervello. Ma intanto gli Stati cosiddetti civili, democratici e occidentali, dovrebbero agire meglio, seppure gli Stati sono composti da persone, chissà forse molti di loro anch’essi tra gli artigli, anche solo abnormi finanziari della cocaina.
Nessuno si ritenga esente da questo dramma. L’uso di cocaina ha un impatto significativo sulla società. Oltre ai danni alla salute individuale, provoca il deterioramento delle relazioni empatiche, civili e familiari, la perdita del lavoro o dell’attività, come pure l’aumento dei costi sanitari. Inoltre, amplifica i problemi di criminalità, violenza e disgregazione. Modifica (risaputamente quanto ufficialmente dissimulato) pure la “ragione” politica, istituzionale, professionale e associativa.