Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Giuseppe Santalucia, in una intervista ad un quotidiano nazionale, ha dichiarato che è impossibile produrre come viene richiesto ai Magistrati quando poi gli organici sono ancora ridotti e i sistemi informatici non sono funzionanti, aggiungendo che una via per rendere funzionale la Giustizia è la stabilizzazione dei precari. Il presidente dell’Anm comunque riconosce al Governo di Giorgia Meloni e al Ministro della Giustizia Carlo Nordio di avere bandito importanti concorsi e conclude che l’Anm chiede al Ministro della Giustizia di essere coinvolta nel dibattito in corso sulla Giustizia.
Il Ministro Nordio il 30 giugno ultimo scorso, in un pubblico incontro a Treviso con il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, aveva dichiarato che per il 2023 è prevista l’assunzione in Italia di 5.000 unità e la stabilizzazione di altre 1.000 nel comparto Giustizia, aggiungendo che quest’anno sono previsti tre concorsi di Magistratura, aggiungendo che i concorsi sono stati fino ad ora di una lentezza esasperante: dalla laura al conferimento della toga trascorrono normalmente cinque anni e tutto questo deve essere snellito.
L’OPINIONE
Il funzionamento della Giustizia, specialmente in una Nazione repubblicana, democratica, civile e occidentale, è di certo uno degli elementi primari che distingue un’orda di scombinati da un popolo progressista. Si rammenta che un grande Uomo Magistrato, Paolo Borsellino, ucciso nel luglio del 1992 dalla mafia, in un dibattito di qualche anno prima diceva (uso parole mie) che se lo Stato non dava risposte di Giustizia certe e celeri ai cittadini, la mafia avrebbe continuato a sostituirsi nelle controversie sociali ed economiche. Sono passati oltre trent’anni e ancora, risaputamente, la Giustizia in Italia è lenta, farraginosa, persino potrebbe quasi definirsi negata, insomma appare a volte come un tritacarne per chi ci finisce dentro. Una delle cause nel tempo, anche riconosciuta – quanto meno a parole – dai trasversali Governi e Parlamenti che si sono succeduti, sarebbe la carenza di magistrati e cancellieri. Al momento si reputa che manchino 1652 magistrati nell’organico indispensabile al funzionamento della Giustizia italiana. Aspetto quest’ultimo: il concreto funzionamento della Giustizia; che potrebbe compromettere pure uno degli obbiettivi basilari del Pnrr, il quale richiede il taglio della durata del 40% dei processi civili e del 25% di quelli penali entro il 2026.
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