Stamani ascoltando i Tg è risuonata una frase che da qualche anno era stata rimossa con la scommessa del Pnrr (quest’ultimo speriamo non si riveli solo un potente anabolizzante lasciandoci in condizioni di prostrata astinenza): In arrivo una manovra economico-finanziaria del governo lacrime e sangue ?
La motivazione conseguente sarebbe che nel secondo trimestre del 2023, come reso noto dall’Istat, il Pil, è diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Alla luce dei nuovi dati è stata rivista al ribasso anche la variazione acquisita per l’intero anno. In sostanza nel secondo trimestre dell’anno l’economia italiana ha registrato una performance inferiore a quella della media europea e dei principali partner (su siti di economia si trovano i dati e specifiche articolate).
L’OPINIONE
Come direbbe un saggio (figura palesemente ormai in estinzione surrogata da altezzosi, saccenti e smargiassi): era nell’aria. Aggiungerebbe la massaia: levando e non mettendo … Gli aumenti da alcuni mesi e soprattutto in questa estate li abbiamo già intravisti e subiti e altri di certo ne arriveranno, prepariamoci anche a chissà cosa, da ipotizzare pure a dissimulati aumenti di costi e di tasse, specialmente periferiche in maniera che il Governo e il Parlamento, nonché i rispettivi assoldati menestrelli e luminari, possano ancora eludere dicendo che le gabelle centrali sono rimaste invariate se non addirittura diminuite, garantendosi così la prosecuzione di soldi per le loro tasche e quelle delle rispettive famiglie, caste, cerchie, corporazioni, ecc. attraverso i continui sacrifici e tributi dei cittadini produttivi, lavoratori, privati e operosi.
Nel frattempo: dagli scranni più alti del sistema pubblico-politico fino all’ultimo strapuntino si sono notoriamente aumentati le remunerazioni; la terra brucia per risaputa assenza di manutenzione (adesso con l’autunno saranno le alluvioni a doversi temere); si scopre che ci sono da anni tanti Caivano in Italia; ci si accorge solo adesso dopo efferati atti che la delinquenza è ormai a tappeto (a proposito dopo i melodici ci mancava pure il cosiddetto ‘rapper’ che istiga contro le Forze dell’Ordine); la droga è divenuta come l’acqua imbottigliata; la corruzione, le mazzette, la concussione, la spartizione e la commistione tra istituzioni e politica, specialmente nei comuni, province, regioni, è a detta di tutti la regola costituzionalizzatasi; gli ordini professionali sono risaputamente delle alcove di compiacenza; la scuola e l’università notoriamente dei centri di potere locale; la cosiddetta società civile un palco per rabbonire; ecc.
Il problema diremmo noi cittadini, anche in modo scontato, fatalista e purtroppo paradossalmente sorridendo come ormai degli inebetiti, è la decennale politica, sia dei gonfiati di destra che dei sermonisti di sinistra. C’è però anche una variante della politica, di cui si parla meno, che è oltremodo cresciuta negli ultimi anni: i trasversali codazzi elettorali; pletore di opportunisti e cinici, ma anche tanti mezzi decerebrati, che si vendono chiunque e passano sopra ogni cosa, ossessionati dal tifo per i rispettivi referenti che gli buttano gli avanzi. Una pestilenza socio-culturale-venale mentalmente parecchio contagiosa.
Se non emergono nel breve tempo delle azioni ragionevoli e razionali da parte di un Governo e Parlamento, serio, equilibrato e soprattutto scrupoloso, che ristabilisca innanzitutto: il diffuso senso dell’obbligatorio dovere; il raggiungimento di fini e interessi comuni; e il sano timore di sanzioni e pene, ma nessuno esente a cominciare nello Stato così da dare un civile esempio; temo che molti cittadini affogheremo in questo troppo inquinato “mare ‘magno’ italiano”.
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