È accaduto a Maser comune della provincia di Treviso in Veneto nella tarda mattinata di ieri domenica, un anziano di 74 anni, metalmeccanico in pensione, si presenta alla caserma dei Carabinieri di Cornuda per costituirsi, dichiarando ai Militari dell’Arma che pochi minuti prima aveva dato una coltellata alla moglie 77enne, anche lei pensionata, ex parrucchiera, nella loro abitazione di via Ermenegildo Metti, una zona di campagna a ridosso del campo sportivo fatta di case basse. I militari dell’Arma hanno subito avvisato il Servizio sanitario di urgenza ed emergenza (Suem) e i Vigili del fuoco e si sono precipitati sul luogo trovando la donna in condizioni disperate. Il trasporto dell’anziana è avvenuto in elicottero in codice rosso all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso.
Le condizioni della moglie sono apparse subito gravissime, era stata colpita con forza e in profondità con un lungo coltello da cucina. La donna risulta affetta da una serie di patologie che aggravano il quadro clinico e la rendono di fatto inferma. I sanitari hanno tentato con un disperato intervento chirurgico di salvarle la vita. Al momento si trova ricoverata in prognosi riservata. Il marito è stato posto in stato di arresto per tentato omicidio aggravato. Formalizzati gli atti, è stato disposto il suo trasferimento in carcere nel carcere di Santa Bona a Treviso da parte dei militari dell’Arma di Montebelluna che stanno procedendo sull’episodio. Gli investigatori nell’appartamento hanno recuperato il coltello insanguinato usato dall’anziano, che è stato arrestato per tentato omicidio aggravato e condotto a Treviso.
Sul movente al momento non vi è alcuna certezza. Una spiegazione sembra potersi dedurre da quanto dichiarato da alcuni testimoni che avrebbero raccontato ai Carabinieri che la donna era stata dimessa sabato dall’ospedale di Montebelluna dove era stata curata a lungo e che l’uomo era sembrato come confuso e provato dalla malattia della moglie e a qualche vicino avrebbe detto di non riuscire più a fare fronte alla situazione. La moglie era invalida totale a causa di una grave patologia cardiocircolatoria che ne aveva condizionato la mobilità e capacità cognitive. Una condizione psico-fisica che richiedeva una continua assistenza sanitaria e domiciliare a cui avrebbero contribuito la figlia 50enne per alcune ore al giorno e la presenza saltuaria di una assistente sociale. Il resto era rimasto a carico dell’altrettanto anziano marito, che forse, in uno stato di alterata depressione, ha pensato di liberarsi tentando di uccidere la moglie ammalata.
Una tragedia familiare che dovrebbe fare riflettere tante persone, anche ancora non anziane, su ciò che starebbe divenendo da anni il nostro presente e, presumibilmente così continuando, sarà il futuro per tanti anziani nella solitudine e abbandonati – tanto più se non almeno medio-benestanti e residenti in luoghi attrezzati e soprattutto organizzati – da una società ormai distante, dedita specialmente all’apparenza e al tanto panem et circenses, sostanzialmente sociale nella propaganda politico-istituzionale e rispettivo clientelismo, profitto e trionfo.
Immagine di repertorio.
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