L’iniziativa rientra nell’ambito del Caffè letterario fidapino a cadenza mensile
Su iniziativa della sezione Fidapa Motta Sant’Anastasia ed in collaborazione con il comune, assessorato comunale alla Cultura, nell’ambito del Caffè letterario fidapino a cadenza mensile (terzo venerdì del mese), sarà presentato venerdì 19 ottobre, ore 17,30, presso il castello normanno mottese, il romanzo “Il morso” (Neri Pozza) di Simona Lo Iacono, magistrato siracusana che scrive di letteratura per diversi mezzi di informazione, anima encomiabili progetti inclusivi sui linguaggi letterari ed è autrice di alcuni romanzi premiati ed apprezzati per introspezione psicologica e sapiente intreccio di creazione letteraria e riflessione giuridica. Nell’ambito dell’incontro, l’introduzione a cura della presidente Fidapa Motta Sant’Anastasia Rosalba Sica, i saluti del sindaco Anastasio Carrà, le letture di alcuni brani del romanzo a cura di Cettina Torrisi (del locale Centro terapeutico riabilitativo “Oasi Regina Pacis”) e di Margherita Platania, il dialogo con l’autrice affidato al giornalista Vito Caruso, le consuete domande del pubblico.
Un romanzo, “Il morso, che conferma lo stato di grazia che sta vivendo la Lo Iacono con una prosa pressochè unica. La storia è quella della siracusana Lucia “a babba”, non perchè lo sia, ma per come viene bollata dall’occhio sociale all’epoca, 1848 tra Siracusa e Palermo, con i moti rivoluzionari incombenti, cornice di grande storia nella piccola del romanzo. Ancora una volta l’autrice prende a cuore personaggi ultimi, che si rivelano più autentici di quelli del cosiddetto mondo normale, anche altolocato. Affascinano, su tutto, la bellezza della lingua, il discorso indiretto e il flusso di coscienza. Squisito il dosaggio di espressioni ricercate, anche dialettali, tra verbi, aggettivi, metafore, erbe ed intrugli (una delle specialità di Simona). Alcune perle: “le lacrime gocciano, una peluria riccigna, estratti di sinassola, di argan e di corallo, acqua nanfa, Lucia s’imbozzola nel letto, grugnisce allupato, tingere i capezzoli di hennè, tisane di centocchio e verbena, scala sbilenca e sgaggiata, impastrarsi sotto le coperte, alle carte mamelucche, erba savina, solfa solutiva, acqua muta e nasturzio”. Da leggere, pasteggiare, contemplare.