Dal 30 agosto la Federazione nuoto potrebbe non gestire più l’impianto sportivo. Andrebbero via le prestigiose gare agonistiche disputate sino a oggi
Occorrerebbe un saggio, uno di quelli con il piglio socratico per dirimere una questione che va affrontata con garbo e finanche cautela. La questione è quella relativa alla gestione della piscina comunale paternese e il mancato rinnovo della convenzione da parte del comune alla FINS.
Ha suscitato qualche malumore, e un po’ di confusione, la missiva pervenuta alla FINS (Federazione Italiana Nuoto Sicilia) che evidenzia la scadenza di contratto il prossimo 30 agosto e la presunta impossibilità legale di rinnovare l’affidamento della gestione della piscina comunale “Giovanni Paolo II” di Paternò.
Nubi oscure si sono stagliate sulla struttura sportiva più usufruita e amata dai paternesi e non solo, quando nei locali dell’ampia piscina si è sparsa la voce di un possibile cambio di gestione, con le conseguenze che comporterebbe soprattutto per l’agonistica.
Non si mostra turbato sul futuro della piscina il primo cittadino Nino Naso, firmatario della missiva: «Un nuovo bando di gara dovrà necessariamente essere fatto, l’affidamento è stato prorogato diverse volte, e non è più possibile farlo per ottemperare a specifiche normative. Inoltre a parte questa scadenza di contratto con la realizzazione della piscina all’esterno, quindi di una nuova piscina non si può non fare un nuovo bando. Nulla impedisce alla FINS di partecipare al bando ovviamente». Parla pacificamente il sindaco Naso anche se ammette che il costo di 350 mila euro per l’Ente comunale, scaturito dai costi delle varie utenze è parecchio esoso, anzi «insostenibile», somme che si aggiungono alle rate del mutuo contratto al momento dell’avvio della costruzione. Tuttavia, aleggia un dubbio in molti: considerati i costi sostenuti, considerate le opportunità di formazione atletica finora garantiti dalla FINS, esiste un’altra società, associazione sportiva in grado di garantire tutto ciò?
Inaugurata l’8 agosto del 2009, è apparto subito chiaro che avrebbe avuto bisogno di una gestione particolare, date le dimensioni della struttura e la FINS sembrò la più adatta a condurre una tale opera. Una lieve incognita sembra palesarsi sulle competizioni di livello agonistico se potranno o meno continuare a svolgersi in questa piscina, ma il sindaco Naso asserisce che non è da escludersi a priori, e non significa che qualcosa debba cambiare nell’organizzazione degli eventi o dei servizi che la piscina offre qualora la FINS non dovesse esserci.
Sarà prematuro preoccuparsene, eppure alcuni utenti esprimono perplessità sulla mancata prosecuzione di una gestione che finora – a loro dire – si è mostrata ineccepibile: «Anche i piccoli lavori di manutenzione vengono effettuati da parte della FINS, non manca mai la pulizia e l’igiene. Quando si guasta qualcosa, è capitato, – ha dichiarato ad YVII 24 un trio di mamme, con la veemenza di chi sopraffà la voce dell’altra per dire la medesima cosa, in attesa della fine dell’allenamento dei loro figli – con un tubo, immediatamente si è provveduto a sistemarlo e sono stati loro quelli della FINS, solo per citare un esempio. Questo sport lo stiamo praticando in un modo ottimale con le gare e tutto quello che comporta l’agonismo e vorremmo che nulla mutasse».
La piscina Giovanni Paolo II, olimpionica con otto vasche, ha rappresentato uno dei pochi risultati positivi di una cooperazione istituzionale che non ha conosciuto opposizioni di sorta, magari quello stesso spirito che ne consentì la realizzazione sarà determinate in questo momento per superare eventuali divergenze sul piano gestionale.