Le due aziende adibivano alla raccolta di prodotti agricoli cittadini stranieri: 7 bulgari, 2 nigeriani e 1 gambiano
Lotta al lavoro nero e al caporalato, prosegue in provincia di Catania l’azione dei Carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro e del Comando Provinciale di Catania, in sinergia con gli Ispettori del Lavoro civili e con il Direttore Territoriale del Lavoro. Gli ultimi controlli si sono indirizzati verso il fenomeno del caporalato che, purtroppo, continua a prosperare alla Piana di Catania e nell’area calatina e in edilizia con il controllo dei cantieri.
Sul fenomeno del caporalato, i controlli hanno riguardato 4 aziende agricole, 2 delle quali sono risultate irregolari poiché non erano note alla Pubblica Amministrazione; 22 le posizioni lavorative controllate con l’emersione di 10 lavoratori in nero e maxisanzione per 4.000 Euro per ogni singolo lavoratore, e 2 sospensioni di attività imprenditoriale, entrambe nelle campagne di Paternò. Le due aziende avevano rispettivamente 3 lavoratori in nero su 3, e 7 su 7: 1 gambiano, 7 bulgari, 2 nigeriani.
Le sanzioni amministrative contestate ammontano a 42.000 Euro, mentre sono stati recuperati contributi e premi assistenziali per 20.200 Euro.
A Caltagirone, in un cantiere, i Carabinieri hanno contestato a un imprenditore un ponteggio malfermo e la mancata sorveglianza sanitaria agli operai. Riscontrato anche 1 lavoratore in nero su 3 presenti, per cui i carabinieri hanno sospeso l’attività imprenditoriale; gli altri operai, pur regolarmente assunti non ricordavano “quando” avessero fatto la necessaria visita medica pre assunzione.
Ad Aci S. Antonio, ad un altro imprenditore, i militari hanno contestato il mancato allestimento nel ponteggio di idonei parapetti per i lavori in quota e lungo le rampe e i pianerottoli.
Nel complesso: sono stati controllati 6 lavoratori di cui 1 in nero; sono state elevate 4 ammende per 7.500 Euro; sono state contestate sanzioni amministrative per 5.200 Euro; sono stati recuperati contributi e premi assistenziali per 2.000 Euro.