Si apre spiraglio nella vicenda del call center paternese: un gruppo di imprenditori valutano l’acquisto
Centinaia di operatori del call center Qè di Paternò, al centro di una intricata vicenda che ha messo a rischio il loro posto di lavoro a causa della pesantissima situazione debitoria della società, hanno manifestato questa mattina davanti alla sede di Wind-Enel di Catania, in via Domenico Tempio. I lavoratori – da 4 mesi senza stipendio – si sono ritrovati sin dalle 9 davanti ai cancelli dei due colossi dei settori telefonia ed energia, che avevano commesse aperte con Qè, per ricordare la propria drammatica situazione ed il rischio di veder cancellati 600 posti che significherebbe un colpo quasi mortale per l’economia di Paternò e delle aree limitrofe. Il presidio si è concluso a mezzogiorno. Da parte delle due società, ma anche da parte di altri committenti quali Inps e Sky, continua ad esserci un “assordante” silenzio.
Ieri pomeriggio si è tenuta, a Paternò, presso la biblioteca comunale, una riunione Slc-Cgil per l’avvio dell’istanza di fallimento dell’azienda, con sottoscrizione dei dipendenti, che potrebbe accelerare i tempi di convocazione del tavolo tecnico al Ministero dell’Economia.
Intanto, una speranza per il salvataggio dei 600 posti di lavoro giunge dall’interessamento all’acquisizione della Qè da parte di un gruppo di imprenditori paternesi, fra cui Franz Di Bella, proprietario dello stabile in cui ha la sede il call center. Per il momento solo un vago interessamento, anche se tutto dipenderà dalle condizioni di cessione e, soprattutto, dal buco di sei milioni e mezzo di Euro da ripianare: chi ci metterà i soldi? Il problema sembra essere tutto lì.