Operazione dei Carabinieri durata diversi mesi, portata a termine anche grazie alla collaborazione delle istituzioni scolastiche. Denunciati a piede libero altri minori
Per mesi avrebbero preso di mira i compagni di classe e di scuola dell’Istituto Comprensivo “Don Bosco” di Santa Maria di Licodia, provocando nei ragazzini (di 12-13 anni) stati d’ansia e paura. E non si sono fermati ai coetanei, ma in maniera sfrontata avrebbero pure minacciato insegnanti e collaboratori scolastici.
Con l’accusa di Atti persecutori (reati relativi agli articoli 612 bis commi 1 e 3 e 61 n. 11 del codice penale), due bulli di Santa Maria di Licodia, entrambi quindicenni, sono stati affidati a due distinte strutture delle province di Messina e Ragusa. Ad eseguire le misure cautelari “restrittive di libertà” del collocamento in Comunità Pubblica, emesse il 31 agosto scorso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale dei Minorenni di Catania, sono stati i Carabinieri della Stazione di Santa Maria di Licodia. I fatti si riferiscono allo scorso anno scolastico (2015-2016). Altri minorenni licodiesi sarebbero stati denunciati a piede libero poiché inferiori ai 14 anni di età.
Il provvedimento del Gip fa riferimento a diversi episodi che avrebbero avuto come protagonisti i due quindicenni, diventati persecutori dei loro compagni di classe e di scuola. L’indagine dei Carabinieri è durata alcuni mesi.
In particolare, i due avrebbero preso di mira più volte con insulti, anche telefonici, una ragazzina a cui avrebbero provocato un perdurante stato di ansia e di paura, costringendola a cambiare abitudini di vita e numero telefonico. Addirittura la studentessa avrebbe anche avuto timore ad andare nel bagno della scuola da sola. Ad aggravare la situazione il fatto che si tratta di una ragazza con difficoltà psichiche e che gli atti di bullismo sarebbero avvenuti all’interno dell’istituto scolastico.
Nei confronti di uno studente straniero i due avrebbero più volte espresso frasi xenofobe che avrebbero causato nel ragazzo un grave stato d’ansia; anche lui si è visto costretto a cambiare le abitudini di vita.
Un’altra studentessa sarebbe stata molestata e aggredita a calci e schiaffi, sia all’interno della scuola, sia fuori dell’istituto, e sarebbe stata oggetto di frasi offensive e gesti volgari a sfondo sessuale rivolte dai due bulli. La famiglia della ragazza è stata anche costretta a cambiare residenza, per evitare alla figlia di incontrare i due persecutori, e ad accompagnare la ragazzina tutte le mattine a scuola.
Uno dei due avrebbe pure malmenato e insultato un coetaneo (anche lui ha subito un perdurante stato di ansia e di paura), con l’aggravante che si tratta di un ragazzo con disturbo del linguaggio e deficit della motricità.
A confermare gli episodi sono gli insegnati della scuola “Don Bosco”, che hanno raccontato di “essere a conoscenza di vari episodi di bullismo posti in essere dai due” – descritti come ragazzi ingestibili – autori di “comportamenti antisociali e prevaricatori”.
I due destinatari dei provvedimenti, nello scorso anno scolastico, avrebbero pure minacciato gli insegnati e i collaboratori scolastici e in una occasione avrebbero chiuso a chiave la porta di un’aula lasciandovi all’interno un professore.
I due bulli, dopo le formalità di rito, sono stati allontanati da Santa Maria di Licodia e dalle loro famiglie e sono stati consegnati alle due strutture di Messina e Ragusa.
(Ha collaborato Luca Crispi)