Ieri scrivevamo più di un articolo in cui si evidenziava che alla fine di ottobre la Sicilia era nuovamente preda di incendi analogamente a quanto accaduto a luglio e poi a settembre di quest’anno ripercorrendo i rogni di quest’estate. evidenziando che la causa non può essere una volta il caldo e un’altra lo scirocco. E poi, guarda caso, i roghi avvengono in coincidenza per quasi tutta l’Isola e solitamente nell’arco di qualche giorno come se una mano malefica desse fuoco da un lato all’altro della Sicilia.
Tra ieri e oggi a subire ulteriori gravi situazioni dovuti a incendi sono stati in particolare Villafranca Tirrena (il primo video) e Condrò (secondo video), entrambi comuni della provincia tirrenica messinese, addirittura a Condrò si è dovuto evacuare il paese, alle 23 circa il sindaco Giuseppe Catanese ha diramato un avviso di evacuazione totale del paese, circa 500 abitanti. Interessati da incendi anche i Comuni tirrenici messinesi di Gioiosa marea, San Pier Niceto e Gualtieri Sicaminò.
L’OPINIONE
Passato come sempre il momento del disastro, a cominciare dai noi cittadini che, di tutta evidenza, siamo ormai tra il lunatico, l’assuefatto, impotenti per legge, come rincoglioniti d’ironia ed emulatori sociopatici dei rispettivi referenti o miti, ma, soprattutto, a iniziare da coloro: arroganti, sprezzanti, venali, accidiosi, menefreghisti, elusivi, ingordi, inconcludenti, minacciosi e parolieri, nella trasversale politica da destra a sinistra, nelle istituzioni, nella burocrazia, negli ordini professionali, nelle associazioni di categoria, nella cosiddetta società civile: sembra non dovere cambiare niente neppure in presenza di disastri, feriti, morti, violenze, corruzione e criminalità. Si stanziano milioni di euro senza poi che di fatto le cose non si ripetano regolarmente, finendo, risaputamente quanto edulcorato, il tutto con ingrassare molti singoli portafogli. Ma la Natura, quella non aspetta e non fa sconti. Per adesso abbiamo a che fare con gli incendi, ma già i primi assaggi di cosa potrebbe accadere quando si dovesse scatenare un’intemperia si sono avuti in alcune località, ad esempio, è bastata una recente pioggia di qualche ora perché una nota frazione balneare fosse invasa dal fango. Si potrebbero giornalmente elencare le “illogicità” (per usare un eufemismo) che si leggono e si vedono compiere (annosamente) dal nostro Stato, Regione, Città Metropolitane e Comuni, per carità, tutto secondo norme, tecnici e interpretazioni, aspetti però questi ultimi che, di fronte alla realtà, si dimostrano unicamente significativi della verità mentale, ipocrita e magniloquente, che da anni, almeno per chi può e vuole ancora vedere, è la celata cultura in questa Penisola e Isola, dagli scranni più alti fino all’ultimo strapuntino e, seguiti di pletore, opportuniste, profittatrici, giullari, mantenuti e divaganti. Eppure, nel sistema pubblico-politico, per il loro doveroso dovere, sono pagati, parecchi strapagati, garantiti, parecchi stragarantiti, con i sacrifici, le tasse e le imposte dei cittadini operosi, lavoratori, privati e produttivi.
Addolora per i nostri concittadini che quest’estate sono morti bruciati, per coloro che sono rimasti feriti, per quelli che hanno avuto danni, per chi si è visto persino le fiamme dietro casa. Purtroppo sembra, ma in ogni cosa, doversi continuare dire: avanti altri. La domanda, come per tutto è da sempre: COME SE NE ESCE ? Come si può far ritornare la regola primaria del raggiungimento di fini e interessi comuni ? Come ci si può liberare da questa trasversale funesta orda umana, costituzionalizzatasi, che nei decenni si è appropriata della Cosa pubblica ? In Democrazia si dice che la differenza la fa il voto. Ma dentro di noi sappiamo che, quasi fosse un ineluttabile rito, nel sistema politico pressoché chiunque venga eletto, oppure in quello pubblico riceve un incarico, un’assunzione, una nomina, sembra poi improvvisamente infettato da un virus misantropo, oppure se indenne diviene omertoso. E tutto ciò in un contesto in cui il cittadino è pure forzosamente passivo, in quanto non c’è più uno strumento che permetta, già dal basso, di partecipare efficacemente, senza costi e lungaggini, alla Cosa pubblica neanche nel rispettivo Municipio, sicché ognuno, dall’ultimo Ente alla punta della “piramide” dello Stato fa quello che vuole e come gli conviene, raccontandoci anche montature e facendoci persino sermoni. Fino a che dura.
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